
Il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, e ideatore del corso di formazione politica che si terrà a Ribera, porge la mano ai deputati Nuccio Di Paola e Ismaele La Vardera, ridando la disponibilità del partito a ospitarli all’evento dopo che stamani aveva scritto in un post che li avrebbe contatti per ritirare l’invito a partecipare in seguito alle critiche che avevano mosso nei confronti di Totò Cuffaro. Un invito che però, alla fine, è stato rifiutato dai due parlamentari.
«In un confronto politico e civile, il dibattito dovrebbe basarsi su idee e proposte, non su attacchi personali - afferma Carmelo Pace -. Come ricordava Alcide De Gasperi, 'la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, e questa libertà include anche il diritto di esprimere le proprie opinioni senza timori o intimidazioni e noi della Democrazia cristiana faremo tutto quel che possiamo affinché possiate tutti continuare liberamente ad esprimere le vostre personali opinioni anche deridendoci o additandoci colpevolmente e questo perché crediamo che la libertà di pensiero e di espressione venga prima di ogni altra cosa».
«A quelli che la pensano diversamente da noi dico: non temano e non pensino minimamente che possa esserci il tentativo di zittirli da parte nostra» aggiunge Pace replicando a Di Paola e La Vardera che dopo avere appreso di essere stati esclusi avevano diramato una nota congiunta sostenendo che la Dc aveva paura di un confronto libero con loro.
«Gentili deputati La Vardera e Di Paola - conclude Pace - nessuno si lasci andare in facile vittimismo, se lo vorrete sarete i benvenuti al corso di formazione politica di Ribera. Noi della Dc saremo i garanti della libertà del vostro pensiero. La democrazia si nutre di confronto, non di insulti, e noi continueremo a difendere le nostre idee con la forza della ragione e il rispetto per tutti. Ma sento di dover rispondere con fermezza anche a quelli che la pensano come noi dicendo loro che non ci lasceremo condizionare».
Di Paola e La Vardera hanno però declinato: «Ci dispiace - dicono - non andremo in un posto in cui ci si impedisce di dire ciò che pensiamo. Sin da quando abbiamo ricevuto invito il collega Pace era stato chiaro: massima libertà di espressione. Bene quando giorno 28 abbiamo diffuso l’oggetto del nostro intervento con un comunicato, ossia che la nostra lezione avrebbe ribadito il fallimento del cuffarismo abbiamo iniziato a registrare insofferenza rispetto alla nostra partecipazione, fino alla richiesta di non andare più. Adesso ennesima piroetta, dopo che hanno capito di aver fatto una figuraccia? No grazie. Non andremo mai in un posto in cui non mi viene garantita la libertà di espressione».
Caricamento commenti
Commenta la notizia