Con le mance distribuite a pioggia dall’Ars nel corso dell’ultimo anno sono stati assegnati una ventina di milioni a una ottantina di associazioni ed enti dello spettacolo, che per di più hanno ottenuto anticipazioni immediate delle somme. Tutte, o quasi, realtà premiate da deputati che per loro hanno fatto approvare emendamenti ad hoc.L’altra faccia della medaglia sono gli oltre 200 enti che per poter sperare in un contributo che li aiuti a sopravvivere hanno dovuto partecipare a un bando che ha un budget di appena 3 milioni e 233 mila euro e che per di più, almeno fino a ieri, non era arrivato alla graduatoria finale.
Col risultato che già a fine anno neanche un euro è stato erogato in base a criteri di merito uguali per tutti e nella migliore delle ipotesi bisognerà attendere il mese di marzo 2025 per ottenere anticipi su un cartellone che è andato in scena in pratica un anno prima.La fotografia della situazione che si vive nel mondo dello spettacolo e degli eventi l’ha scattata una associazione che mette insieme 103 fra piccoli teatri e agenzie. Tutte escluse dai finanziamenti a pioggia del governo e del Parlamento regionale e in continua lotta con una crisi finanziaria che ne mette a rischio la sopravvivenza.
L’associazione si chiama Stati generali dello spettacolo in Sicilia. E già in primavera aveva rivolto un (inascoltato) appello a Giorgia Meloni per bloccare il meccanismo che si stava creando in Sicilia. La formula degli emendamenti ad hoc che finiscono per dare copertura di legge a finanziamenti che hanno un destinatario preciso e che aggirano la concorrenza era, allora, appena all’inizio e aveva messo sul tavolo «appena» 3 milioni e 700 mila euro. Poi sono arrivate altre due leggi che contengono una valanga di emendamenti simili e che portano il totale elargito dall’Ars in base a emendamenti presentati dai deputati per singoli enti o associazioni a una ventina di milioni.
Nel conto, gli Stati generali dello spettacolo, hanno messo sia i fondi erogati in base a emendamenti ad hoc dall’assessorato al Turismo e Spettacolo, sia quelli finanziati dall’assessorato ai Beni culturali per eventi poi affidati ad enti e agenzie del mondo del spettacolo. In ogni caso si tratta di due canali finanziari affidati dall’Ars ad assessorati guidati da Fratelli d’Italia con Francesco Scarpinato (Beni Culturali) ed Elvira Amata (Turismo) che non hanno risposto al nostro tentativo di avere una replica.
Nell’esposto inviato alla Corte dei Conti, che nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo, e all’Autorità Anticorruzione (Anac), i 103 enti hanno segnalato come il sistema viaggi a due velocità: «Per i contributi straordinari deliberati nelle leggi Finanziarie sia beneficiario che importo assegnato sono predeterminati nella norma e la loro erogazione è garantita. Solo a posteriori verrà richiesto un generico consuntivo (senza imposizione di alcun requisito). Ed è prevista e già erogata, dietro una semplice richiesta, l’anticipazione dell’80% per l’attività che ancora si deve svolgere».
L’altra faccia della medaglia, appunto, è il Furs, il Fondo unico per lo spettacolo assegnato tramite bando: «Per l’intero 2024, per le tutte le attività teatrali finanziate in via ordinaria dal Furs è stato stanziato un budget di appena 3,2 milioni da suddividere fra circa 200 destinatari. Mentre da anni non viene rifinanziato il capitolo che dovrebbe sostenere rassegne e festival. Alle ripetute richieste del settore è stata sempre addotta la carenza delle risorse in bilancio».
L’accusa mossa dagli Stati generali è che governo e Parlamento abbiano svuotato o alleggerito i capitoli di bilancio assegnati in modo concorrenziale per favorire l’erogazione in via diretta e senza gara. Un’accusa che il deputato di Fratelli d’Italia Carlo Auteri ha perfino ammesso: «Il sistema funziona così e non lo scopriamo certo ora», ha detto in una intervista rilasciata a La Sicilia. Auteri è finito al centro delle polemiche per alcuni finanziamenti frutto di suoi emendamenti che sono finiti ad agenzie in cui figura fra le titolari anche la madre. Ma il «sistema» che premia gli enti passando da deputati a loro vicini è molto più vasto e trasversale.
I 103 enti e piccoli teatri che si sono rivolti alla magistratura non ci stanno. Hanno passato ai raggi X le leggi e i vari finanziamenti erogati e hanno scoperto che «ad agosto con la Finanziaria ter, oltre ai fondi per lo spettacolo erogati nelle leggi precedenti, sono stati assegnati a soggetti privati (già individuati e citati nella stessa legge) ulteriori 10 milioni genericamente destinati a “Promozione Turistica”. La metà di tale somma è destinata ad attività teatrali e musicali organizzate da soli 50 soggetti».
A fronte di ciò la richiesta che arriva dagli enti figli di un dio minore è di recuperare almeno i ritardi: «Il bando per assegnare le residue somme del Furs - ha ricordato ieri il portavoce degli Stati generali, Gigi Spedale - sono state pubblicate a settembre per le attività teatrali e musicali del 2024 e sarà possibile conoscere gli importi delle assegnazioni fra novembre e dicembre. Le relative anticipazioni potranno essere erogate non prima di marzo 2025 e il saldo non prima di luglio 2025. Un danno enorme per i legittimi beneficiari dei finanziamenti ordinari. Molti dei quali nel frattempo hanno interrotto le programmazioni per mancanza di fondi»
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