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Nuovo Codice degli appalti, Aricò: «La Sicilia pronta a recepire la riforma»

Rispetto alla necessità di recepire in Sicilia entro il prossimo 30 giugno la riforma degli appalti che entrerà in vigore l’1 luglio, pena il vuoto normativo in materia nell’Isola, L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, in un incontro all’Ance Sicilia ha annunciato che sul recepimento del nuovo Codice degli appalti. «La prossima settimana, avuto il parere della Ragioneria generale, porteremo il testo in giunta, quindi incontreremo le associazioni di categoria e i sindacati per un confronto sul merito che, spero, ci aiuti ad ottenere un testo migliore di quello varato da altre Regioni, il tutto prima di trasmetterlo all’Ars».

«Ricorrendo all’Autonomia statutaria - ha anticipato l’assessore -, abbiamo previsto un testo che si incastra con quello nazionale inserendo alcune modifiche migliorative. Ad esempio, anticipo che gli Urega coesisteranno con la Centrale unica di committenza, cambieranno solo nome, da Uffici regionali gare a Uffici regionali di committenza. Sugli Urega siamo stati antesignani nel 2006, siamo stati i primi in Italia a istituire quella che poi è diventata la Centrale unica di committenza per gli appalti, hanno funzionato bene e intendiamo salvaguardare esperienze e know-how».

Ritarda la nomina del Commissario per la depurazione

La Commissione referente opere pubbliche dell’Ance nazionale, presieduta dal vicepresidente nazionale Luigi Schiavo, nell’esaminare i vari aspetti legati al nuovo Codice degli appalti, si è soffermata anche sul fatto che lo scorso 10 maggio è scaduto il mandato triennale della terna che gestisce la struttura del commissario unico per la depurazione, che sta attuando circa 100 interventi (di cui 67 in Sicilia) per un costo di oltre 3 miliardi di euro, due dei quali destinati all’Isola. Il fatto che non si sia ancora formalizzata la nomina di una nuova terna, mediante decreto del presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei ministri dell’Ambiente e del Sud, mette a rischio - secondo l’Ance - la prosecuzione dei numerosi cantieri in corso, ma anche l’avvio delle nuove gare. Con l’aggravante, ha aggiunto la Commissione, che se gli avvisi non saranno pubblicati entro il 30 giugno, l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti renderà obbligatorio l’adeguamento di tutti i documenti di gara alle nuove norme. In pratica, si dovrebbe rifare daccapo l’intero iter.

Per questo motivo, la Commissione e Ance Sicilia chiedono al governo nazionale di nominare al più presto la nuova terna commissariale. In Sicilia questa situazione mette a rischio ben 16 gare per un valore di oltre 250 milioni. Tutto questo mentre l’Italia è sottoposta a procedure di infrazione dell’Ue, per lo più a causa della carenza di depurazione proprio in Sicilia, per le quali paga ogni giorno a Bruxelles una multa di 106mila euro al giorno.

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