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Arriva il 25 Aprile e Fini sferza la destra: «Dica che ha chiuso con il fascismo»

Gianfranco Fini e Giorgia Meloni in una foto del 2011: il primo era presidente della Camera, l'attuale premier era ministro della Gioventù

Gianfranco Fini sferza la destra a fare uno scatto di reni e superare le ambiguità sul fascismo. Lo fa alla vigilia di un 25 Aprile che si annuncia spaccato come una mela tra le tradizionali cerimonie antifasciste in ricordo della Liberazione ed innovative trasferte per omaggiare invece le vittime del comunismo.

Il fondatore di Alleanza Nazionale affronta il cuore del problema, chiamando in causa la premier e leader di Fratelli d’Italia: «Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco, ma non la giustifico», premette. Per poi lanciare un invito a superare questa fase divisiva ed archiviare una tema che continua ad essere una zavorra per una destra compiutamente europea: «Spero che Giorgia Meloni colga questa occasione per dire senza ambiguità e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata An».

Fratelli d’Italia sceglie di non commentare le parole di Fini che peraltro, si ricorda, si rispetta ma non c'entra con il partito. Se l’ex ministro degli Esteri della svolta di Fiuggi chiede di chiudere una fase divisiva, la realtà è ben diversa: la festa della Liberazione sarà plasticamente di contrapposizione. Basta prendere ad esempio le diverse destinazioni scelte dalle prime due cariche dello Stato per scorgere due universi politici che corrono paralleli senza mai incontrarsi: Sergio Mattarella sarà a Cuneo, a Borgo San Dalmazzo e a Boves, luoghi simbolo della Resistenza e di un terribile eccidio nazista. Il presidente del Senato Ignazio La Russa invece volerà oltreconfine, a Praga, per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco proprio in piazza San Venceslao, dove La Russa depositerà una corona.

Poco cambia in effetti che prima di tutto ciò Mattarella, La Russa e Meloni si troveranno insieme all’Altare della Patria, perché le differenze si registreranno anche sulle parole ed i silenzi. Il capo dello Stato a Cuneo terrà un discorso importante ed è certo che non ci saranno omissioni sugli orrori del nazismo e le colpe del fascismo. All’Altare della Patria ci sarà anche Lorenzo Fontana. Il presidente della Camera si è oggi smarcato dai reparti più negazionisti della maggioranza, spiegando che «la Liberazione è stata il fondamento di questo Paese come lo abbiamo oggi». «Mi sento pienamente antifascista, pur non venendo da una storia di sinistra» e, ha aggiunto, «mi pare quasi banale dire che si può essere antifascisti senza essere comunisti o comunque di sinistra». Insomma, è la sua sintesi, «il fascismo è totalitarismo che vuole omologare, io amo le diversità e le identità».

Da Palazzo Chigi si osserva e non si commenta, ma è chiaro il tentativo di non far alzare ulteriormente i toni in questo 25 Aprile che è il primo dalla nascita del governo di centrodestra. Non è quindi facile disegnare la cartina delle apparizioni e delle assenze: comunque Adolfo Urso, ministro delle Imprese di Fratelli d’Italia, sarà a Porta San Paolo con la comunità ebraica di Roma. Il ministro della Difesa Guido Crosetto sarà con Mattarella a Cuneo. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parteciperà alla commemorazione ufficiali a Treviso. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi sceglie l’anti-mafia e parteciperà in Sicilia alla manifestazione «Memoria Nostra», in programma a Castelvetrano, il paese del boss Matteo Messina Denaro catturato lo scorso 16 gennaio, con in carica il governo Meloni.

Matteo Salvini ha spiegato che celebrerà «lavorando» ed infatti nella sua agenda compaiono diversi appuntamenti locali nella sua Lombardia che non sembrano legati alla festa della Liberazione. Più classiche ovviamente le scelte delle opposizioni: la segretaria del Pd Elly Schlein sarà alla manifestazione a Milano, il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, sarà in via Tasso a Roma, al museo storico della Liberazione. Il leader di Azione Carlo Calenda sarà al corteo Anpi di Roma.

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