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Laboratori d'analisi, niente serrata in Sicilia ma molti fanno pagare per intero gli esami

Una recente protesta degli operatori della sanità privata

Seppure a macchia di leopardo da stamattina in Sicilia molti laboratori di analisi fanno pagare per intero ai pazienti gli esami. Un fenomeno che si registra già nella grandi città ma che – segnalano i deputati all'Ars – rischia di penalizzare le famiglie meno abbienti un po' ovunque.

Malgrado stamani le 17 sigle che raggruppano i 1.800 laboratori di analisi e specialisti convenzionati abbiano annunciato lo stop alla serrata che avrebbe tenuto tutto chiuso ai primi di aprile, nei fatti la vertenza fra Regione e sindacati di categoria si inasprisce.

Molti centri già da oggi rifiutano la tradizionale ricetta che sposta i costi a carico della Regione e chiedono l'immediato pagamento degli esami ai pazienti. Il motivo lo ha spiegato Salvo Gibiino, uno dei leader della protesta. «La Regione ha ridotto il budget del 2023 al settore del 15%. Il decreto, come quelli del passato, obbliga le strutture accreditate a dividere il budget annuale in dodicesimi al fine di dare assistenza per tutto l’arco dell’anno. È matematico che la quota mensile così ricavabile non sia sufficiente a coprire tutte le prestazioni di cui c’è richiesta. Il budget si esaurisce mediamente il 20 di ogni mese. Ecco perché in questi giorni a macchia di leopardo molti laboratori stanno facendo pagare gli esami ai clienti». Un fenomeno che non sta coinvolgendo anche i medici specialisti.

L’effetto pratico è che ai pazienti che si recano nei laboratori di analisi per esami semplici come l’emocromo e gli altri collegati vengono chiesti circa 20 euro. E cifre maggiori per tutti i controlli più approfonditi. Una spesa che molti pazienti non possono sostenere. E infatti il Movimento 5 Stelle ha rivelato ieri di aver ricevuto segnalazioni da parte di chi ha rinunciato agli esami: «Ieri parecchi laboratori di analisi erano pressoché vuoti. Tantissimi pazienti hanno preferito rimandare le analisi cliniche programmate perché altrimenti avrebbero dovuto pagare di tasca propria gli esami pur non avendone la possibilità visto che tantissimi laboratori hanno esaurito il budget a disposizione per gli esami in convenzione - hanno detto i deputati all’Ars Antonio De Luca e Carlo Gilistro -. Ci avviciniamo sempre più rapidamente verso una sanità appannaggio dei soli benestanti. Non lo permetteremo».

L’assessore Giovanna Volo dà una lettura diversa di quanto sta accadendo: «Mi stupisce che qualcuno stia facendo pagare gli esami, visto che ho già comunicato che incontrerò i sindacati di categoria martedì». Ricevuta la convocazione ieri mattina le 17 sigle che raggrupano i 1.800 laboratori di analisi e specialisti hanno disdetto lo sciopero del 31 e la serrata annunciata per i giorni successivi (un bis di quanto accaduto a fine marzo). Ma per Gibiino «il far pagare gli esami ai pazienti non dipende dalla protesta, è un effetto automatico del taglio al budget deciso dalla Regione». Ma la Volo ribatte che questo tema sarà sul tavolo martedì e avverte: «Temo che qualcuno si stia trasformando in puro imprenditore. Ma va ricordato che gli ospedali sono pronti a reggere l’urto dei pazienti che si sposteranno verso il pubblico».

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