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Delega fiscale, il governo accelera: accantonato il nodo del catasto, ecco cosa cambia

Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo

Razionalizzazione dei tributi, semplificazione del sistema sanzionatorio, tre aliquote Irpef. La delega fiscale prende forma. Il dossier è già sul tavolo del governo, che spinge sull'acceleratore per portare la riforma in Consiglio dei ministri tra poco più di un mese. Tramonta invece l'ipotesi di mettere mano al nodo del catasto. A fare il punto sul cantiere del fisco è il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che dopo il lavoro sulla tregua fiscale in manovra, ora è concentrato sulla delega.

Ci stiamo «lavorando alacremente» e «sicuramente terremo qualcosa della delega di Draghi, ma la mia idea è di razionalizzarla», spiega parlando al sesto Forum nazionale dei commercialisti. Il viceministro di FdI immagina qualcosa di simile a quanto si fece negli anni Settanta, quando si passò dalle imposte reali a quelle personali: l’ambizione è di «fare veramente una delega fiscale così puntuale e articolata che rappresenterà una svolta per il nostro sistema Paese», dice, ribadendo l’obiettivo di chiudere il testo «entro fine febbraio, prima decade di marzo al massimo». I capitoli sono «abbastanza corposi», ma l’impianto è già chiaro: «sarà strutturata in 4 parti», una parte generale con i principi generali; una sui tributi; una sui procedimenti e un’ultima con i materiali. Sui tributi si interverrà su tutte le imposte, dall’Iva alle accise, con una razionalizzazione. In particolare, per l’Irpef si punta a ridurre le aliquote da 4 a 3: ma per l’imposta sulle persone fisiche questo sarà solo il primo step, perché in prospettiva l’idea è di «ridurle ulteriormente», con l’obiettivo di «arrivare ad un meccanismo sostanzialmente flat - spiega Leo - per tutte le categorie dei contribuenti».

Il capitolo procedimenti conterrà una semplificazione del procedimento dichiarativo, ma anche delle regole del contraddittorio e del sistema sanzionatorio. Infine la parte sui testi unici, con la rivisitazione di quelli vigenti già avviata insieme all’Agenzie delle Entrate. Viene invece accantonata la riforma del catasto già tema controverso nella delega fiscale di Draghi. Non serve «un’accelerazione dell’aggiornamento» dei nostri valori catastali: risalgono al 1988-89 e non siamo certo «la Cenerentola» d’Europa, chiarisce Leo, ricordando che l’Austria non fa aggiornamenti dal 1973, la Francia dal '70, la Germania ovest dal '64. E se sul cuneo il governo conferma l’obiettivo di legislatura di arrivare ad un taglio di 5 punti, un dossier sotto la lente è quello dei bonus: sono 740 e costano allo Stato 125 miliardi, spiega il sottosegretario alle Imprese Massimo Bitonci, una vera e propria «selva che va ripulita». Il governo apre anche alla possibile riduzione della tassazione per le casse di previdenza, diventate ormai, dice il sottosegretario all’Economia Freni, «architrave degli investimenti». Rispunta infine il possibile stop ai reati formali, prima inserito e poi saltato in manovra: «Non escludo - dice il viceministro alla giustizia Sisto - che possa essere una riflessione da riproporre».

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