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Nel centrodestra Minardo in pole, l’Ars contesa da Micciché e FdI

Matteo Salvini, Gianfranco Miccichè e Nino Minardo

Il nome c’è, anche se è possibile vederlo solo in controluce. Il tavolo dei leader regionali del centrodestra ha formalmente individuato solo il percorso che dovrà portare alla scelta del candidato alla presidenza della Regione. Formula politichese contorta ma la strada tracciata porta dritto a Nino Minardo, il segretario leghista che grazie a un complicato gioco a incastro nel puzzle delle candidature nazionali potrebbe spuntarla sulla forzista Stefania Prestigiacomo e sull’uscente spinto da Fratelli d’Italia Nello Musumeci.
La fine di questa lunga trattativa - iniziata quando mesi fa Forza Italia, Lega e Mpa hanno ufficializzato il loro no al bis di Musumeci - è prevista per domani. Quando a Roma dovrebbe tenersi un vertice fra i leader nazionali del centrodestra e i segretari regionali. Il patto siglato ieri nel primo faccia a faccia dopo mesi di scontri a Palermo prevede che il tavolo nazionale assegni a un partito il compito di indicare la candidatura. Una volta sciolto questo primo nodo, qualunque sarà il nome scelto da quel partito sarà sostenuto da tutti gli altri. «Il primo accordo - ha ufficializzato il coordinatore forzista Gianfranco Micciché lasciando l’incontro con gli alleati - è che non ci saranno veti da parte di nessuno. Cadono tutti i veti, pure il nostro su Musumeci». Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Giacinto Pipitone

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