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Regione Siciliana, spaccatura sulle assunzioni all'Ast: Armao dice basta agli incarichi a termine

Palazzo dei Normanni

Il caso Ast spacca ancora Forza Italia in Sicilia e diventa il primo ostacolo nel cammino della Finanziaria. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ha cassato dal testo inviato dal governo la norma che avrebbe consentito alle partecipate, e in particolare all’Azienda siciliana trasporti, di tornare ad assumere a tempo indeterminato. E dall’assessorato all’Economia, guidato dal vicepresidente Gaetano Armao, è filtrata l’irritazione per una decisione che «continua a favorire la torbida esperienza degli interinali malgrado l’inchiesta della magistratura».

La norma sulle partecipate era una delle principali inserite da Armao e avrebbe concesso a tutte le partecipate di assumere sfruttando il 90% delle somme risparmiate per effetto dei pensionamenti. Micciché l’ha tolta dal testo insieme ad un’altra ventina di commi ritenuti non pertinenti. All’Economia la decisione di Micciché è stata presa malissimo: «Senza i concorsi per l’Ast continuerà la deriva dell’uso degli interinali». È un riferimento esplicito a un capitolo dell’inchiesta sulla presunta corruzione all’Ast che ha portato agli arresti dei vertici. Una indagine che, per effetto delle ammissioni del direttore Ugo Fiduccia, ha sfiorato alcuni fedelissimi di Micciché proprio per il sospetto di raccomandazioni sulle chiamate degli interinali.

Da qui l’affondo che arriva dall’assessorato all’Economia e che costituisce un altro capitolo dello scontro fra Armao e Micciché. L’assessore è, insieme a Marco Falcone e altri 7 deputati, l’anima del fronte forzista ostile alla leadership del presidente dell’Ars. Nel frattempo il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona (anche lui iscritto al fronte ostile a Micciché), sta provando a recuperare la norma tagliata da Micciché. Anche se una decisione verrà presa solo nei prossimi giorni. Il calendario dell’Ars è infatti tutto in divenire: l’aula è fissata per giovedì ma si inizierà a votare solo venerdì per una maratona che si concluderà fra il 3 maggio (secondo i più ottimisti) e il 14 (per i pessimisti).

Va detto anche che il governo proverà a inserire altre misure già pronte. Una è la norma, approvata in giunta mercoledì, che permetterà la nomina al vertice dei parchi archeologici anche di manager esterni alla Regione. È una misura che ricalca quella da tempo introdotta dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a livello nazionale. Ma in Sicilia è una doppia rivoluzione perché in base alle regole attuali alla guida dei parchi possono andare solo dirigenti dell’assessorato ai Beni Culturali: quindi da un lato si apre a tutta la dirigenza della Regione e dall’altro, soprattutto, «il sistema di nomina dei direttori dei parchi avverrà mediante ricorso a professionalità esterne all'amministrazione, munite di particolare qualificazione e documentata esperienza di elevato livello».

All’Ars il clima resta il meno propizio per una votazione serena. Ieri il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, ha criticato i tempi contingentati: «Come nei peggiori regimi le commissioni parlamentari hanno stabilito un termine che va da un quarto d’ora a un’ora per presentare gli emendamenti di un bilancio ancora sprovvisto del parere dei revisori dei conti». E per Alfio Mannino della Cgil «la Finanziaria è un maldestro tentativo di rispettare una scadenza troppo ravvicinata, il 30 aprile, ammesso che ci si riesca, giocando a carte truccate, con una spesa “virtuale” e congelata fino a un accordo con lo Stato che, guarda caso, giungerebbe in piena campagna elettorale. Ancora una volta non mi pare che siano gli interessi dei siciliani a guidare il governo». Critica pure Luisella Lionti della Uil: «Lo avevamo detto, quello che il governo ha promesso in Finanziaria non sarebbe stato realizzabile. E, infatti, sono state eliminate le assunzioni nelle partecipate e la parte che riguarda i dipendenti delle opere pie. Solo promesse elettorali».

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