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Il governo prorogherà l'uso delle mascherine al chiuso «in alcuni casi»

Il governo valuta la proroga dell'obbligo della mascherina in alcuni luoghi al chiuso

L’utilizzo delle mascherine al chiuso, in scadenza il 30 aprile, potrebbe essere prorogato «in alcuni casi, come su mezzi di trasporto quali aerei e treni, ma anche negli ospedali, nelle Rsa e in alcuni uffici a particolare rischio di assembramento». Lo afferma all’Ansa il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. La proroga, precisa, «sarebbe di qualche settimana, in assenza di cambiamenti della situazione epidemiologica legata al Covid-19, ma ad ogni modo prevedo un’estate senza l’utilizzo delle mascherine». Una decisione in merito è attesa entro la settimana.

Per il sottosegretario «la politica del “Covid Zero”», ovvero la non circolazione del Covid, è «praticamente inattuabile con questo tipo di virus». Anche se in Cina, spiega, «dovessero portare i contagi a zero, se la popolazione non la vaccini completamente, o non fai i richiami, o qualcuno non si immunizza incontrando il virus, questo problema si riproporrà tra qualche mese. Credo che sia inevitabile», aggiunge. «Dopo due anni continuare a perseguire una politica di Covid zero è impossibile - prosegue -. Quello che si può fare è portare verso lo zero non i contagi ma il numero dei ricoveri in ospedale per Covid, ed è quello che stiamo cercando di ottenere in alcune fasce d’età. Ma lo zero, purtroppo, non può esistere».

L'importante è la consapevolezza. «Dobbiamo uscire da questa ossessione - dice Sileri a Storie italiane su Rai Uno - e da questo terrore del Covid. Stiamo passando dalla pandemia all’endemia. Questo è un virus ormai entrato di diritto nella nostra quotidianità. Il 2022 lo vedremo ancora un po' zoppicante con persone che purtroppo si ammalano in forma grave. Ma nei prossimi anni sarà abbastanza normale dire “mi sono preso il Covid”».

«La popolazione sarà largamente immunizzata - prosegue - sia artificialmente attraverso la vaccinazione, sia naturalmente perché avrà incontrato il virus. Il Covid grossi danni non li farà più. È chiaro che potrà esserci una variante più pericolosa, ma la nuova variante dovrà essere più diffusiva ma anche più cattiva. Nella storia della medicina tutto è possibile, ma è assolutamente poco probabile».

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