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Primo sì alla riforma del sistema elettorale europeo, al voto sempre il 9 maggio

Con il contributo dell'Unione Europea

Il Parlamento europeo

L’Eurocamera avvia il processo di riforma del sistema elettorale europeo proponendo un sistema che porterà i quasi 450 milioni di abitanti dell’Ue al voto ogni cinque anni sempre nello stesso giorno, il 9 maggio, la Giornata dell’Europa. La nuova legge elettorale inoltre garantirà a tutti i cittadini la possibilità di votare liste transnazionali e di eleggere una quota di eurodeputati a voto proporzionale in una circoscrizione unica a livello Ue.

La proposta, formulata dalla commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo, prevede che ogni elettore abbia due voti, uno per eleggere i deputati nelle circoscrizioni nazionali e uno destinato a selezionare 28 eurodeputati tra quelli che si presenteranno nella circoscrizione unica a livello di Unione europea. Vera novità delle future elezione europee, che supereranno le elezioni americane in numero di elettori che esprimono la loro scelta nello stesso giorno, sarà proprio quella delle liste transnazionali che, secondo l’eurodeputato di Italia Viva Sandro Gozi, sono «il primo passo verso la costruzione di un vero spazio politico europeo». Ritorna anche il sistema degli Spitzenkandidaten, ovvero l’obbligo delle liste di presentare prima delle elezioni un candidato per la posizione di presidente della Commissione europea. Secondo l'eurodeputato socialista spagnolo, Ruiz Devesa, relatore della proposta, «questa riforma vedrà il rafforzamento dei partiti politici europei, rendendoli più visibili agli elettori e permettendo loro di fare campagne in tutta l’Ue, favorendo così un vero dibattito paneuropeo».

Il testo prevede anche alcuni standard elettorali minimi. Ogni cittadino dell'Unione Europea di età superiore ai 18 anni deve avere il diritto di candidarsi, per le liste ci deve essere una soglia obbligatoria di almeno il 3,5% e ci deve sempre essere parità di genere tra i candidati. Si dovrebbe anche garantire la possibilità del voto per corrispondenza in modo che ad esempio i cittadini che risiedono in paesi extra Ue possano esercitare il proprio diritto di voto. Critiche sono arrivate dall’eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi, secondo cui la proposta è «distante dal mondo reale e non comprende i veri bisogni e le aspettative dei cittadini». Per il leghista, anch’egli membro della commissione Affari Costituzionali dell’Eurocamera «un cittadino italiano potrebbe non sentirsi rappresentato da candidati di altri Stati membri che non sono espressione del suo territorio e che non ne conoscono le istanze. Questo meccanismo rischierebbe di creare un vulnus nella rappresentanza in seno al Parlamento europeo e nello stesso mandato politico dei 28 europarlamentari eletti nella circoscrizione europea».

Il testo sarà sottoposto al voto della plenaria di Strasburgo a maggio: Se dovesse passare, spetterà poi al Consiglio Ue adottata la riforma all'unanimità, cioè con l’approvazione di tutti gli Stati membri che dovranno verificare la conformità con le rispettive costituzioni.

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