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Legambiente Sicilia: «No alla cancellazione delle Soprintendenze». Critico anche il M5S

Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente

«Con il via libera definitivo alla riorganizzazione dei dipartimenti regionali, in Sicilia si assesta un ulteriore duro colpo alla tutela dei beni culturali». Lo afferma Legambiente Sicilia, che in un comunicato esterna il suo «no alla cancellazione delle Soprintendenze». Chiarimenti vengono chiesto anche dal Movimento 5 Stelle, con una nota, firmata da quattro deputati regionali, in cui  si invita il governo Musumeci a spiegare all'Ars le ragioni del provvedimento.

«Il governo Musumeci - dichiara il presidente regionale di Legambiente, Gianfranco Zanna - con un semplice atto amministrativo, cancella, di fatto, una legge, la numero 80 del 1977, innovativa e all’avanguardia che è stata considerata un modello anche dal ministero della Cultura. Dopo la rimodulazione del sistema dei parchi archeologici, avvenuta solo qualche mese dopo la tragica morte dell’assessore Sebastiano Tusa, che stava lavorando in altra direzione, quasi per un tragico scherzo della sorte, arriva la riorganizzazione dei dipartimenti, proprio il 10 marzo, “Giornata dei beni culturali siciliani”, che ricorre ogni anno in sua memoria. Condividiamo pertanto l’appello di Italia Nostra e quello delle tante voci che esprimono indignazione per l’ennesimo schiaffo al sistema di gestione e alla svendita delle competenze dei professionisti del settore. Legambiente - aggiunge Zanna - annuncia che metterà in campo ogni utile azione, anche legale, per bloccare questa ennesima riorganizzazione che dimostra, ancora una volta, la visione miope del governo regionale nei confronti della gestione, tutela e valorizzazione dei nostri beni culturali».

Critico anche il Movimento 5 Stelle, che parla di «una rivoluzione bizzarra, sbagliata nei tempi e nei modi», come affermano i componenti della commissione Cultura all’Ars Giovanni Di Caro, Stefania Campo, Ketty Damante e Roberta Schillaci. «Con la bella stagione ormai alle porte - proseguono i deputati - e in un momento in cui la cultura dovrebbe esplodere di iniziative in tutta l’Isola, è indispensabile il coordinamento certo da parte dell’amministrazione regionale e invece si rimescola l’assetto degli uffici delle Soprintendenze. Perché proprio adesso, sul finire della legislatura? Negli ultimi quattro anni, il governo Musumeci di cosa si è occupato? Inoltre, va sollevato anche un dubbio di tipo giuridico: può una delibera di giunta modificare l'organizzazione di quegli uffici, che è definita da una legge regionale? Restano troppe zone d’ombra intorno a questa decisione che sembra andare in direzione opposta rispetto alla valorizzazione delle nostre risorse culturali. Sarebbe opportuno che il presidente Musumeci e l’assessore al ramo, Samonà, venissero a dare ampie e approfondite spiegazioni in commissione, con la massima urgenza».

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