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«No ai termoutilizzatori in Sicilia»: la mozione dei Cinquestelle raccoglie il sostegno del Pd all'Ars

Giampiero Trizzino del Movimento 5 Stelle

«Gli inceneritori di Musumeci vanno fermati, non sono previsti dal piano rifiuti siciliano e non sono certamente graditi all'Europa, il cui quadro normativo va in direzione diametralmente opposta, orientato al recupero e all'economia circolare piuttosto che verso l'incenerimento». È la posizione assunta in una mozione dal M5S all'Ars, primo firmatario Giampiero Trizzino. All'atto parlamentare hanno aderito pure Pd, Claudio Fava, Valentina Palmeri e Danilo Lo Giudice del gruppo misto e ha annunciato il suo sostegno il segretario del Pd Anthony Barbagallo.

«Gli inceneritori - dice Trizzino – sono contrari alle direttive sulla economia circolare, contrari alla nuova strategia sostenibile dell’European green deal, contrari agli strumenti finanziari per la transizione ecologica e, come se non bastasse, contrari anche al Piano regionale dei rifiuti voluto dallo stesso Musumeci. Insomma, non si capisce come si possano giustificare in Sicilia».
«Nella mozione – prosegue Trizzino - abbiamo spiegato, dati alla mano, che nel Piano regionale dei rifiuti voluto dallo stesso Musumeci neppure un anno fa, non si fa menzione di inceneritori né di rifiuti da inviare ad incenerimento. Non sono state calcolate neppure le frazioni di raccolta indifferenziata che ipoteticamente dovrebbero andare bruciate o inviate in discarica. Nessun calcolo previsionale, niente di niente. Persino l’avviso esplorativo con il quale si chiede alle imprese di manifestare il loro interesse alla realizzazione di inceneritori è costruito sul nulla. In altre parole è stato chiesto alle aziende se fossero interessate a costruire questi impianti, senza che vi fosse la reale possibilità di costruirli».

«Musumeci – dice il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola – all'ultimo miglio della sua sciagurata legislatura tira fuori dal cilindro la trovata degli inceneritori per coprire la sua disastrosa gestione dello smaltimento dei rifiuti, che in Sicilia, anche grazie a lui, è in perenne emergenza. Il presidente si sveglia ora, in piena campagna elettorale, per cercare di accaparrarsi qualche voto. Ma, purtroppo per lui, i siciliani non sono stupidi. Nella vicenda degli inceneritori, tra l'altro, contraddice se stesso: si ostina a dire di volere togliere la gestione dei rifiuti dalle mani dei privati e poi chiede agli stessi privati di costruire e gestire questi impianti. Un paradosso».

Nelle otto pagine dell'atto parlamentare il M5S ripercorre la disciplina regionale sulla gestione dei rifiuti e gli orientamenti europei sul tema, sottolineando come «la scelta dell'Unione europea di concedere finanziamenti esclusivamente a modelli che garantiscono il riutilizzo dei materiali, rappresenti un chiaro orientamento di chiusura verso i sistemi tradizionali, quali discariche e termovalorizzatori, che costituiscono l'ultimo anello della gerarchia del trattamento dei rifiuti».

«I termoutilizzatori - dichiara il segretario regionale Pd Anthony Barbagallo - non sono la soluzione per il problema rifiuti in Sicilia. Non soltanto non sono previsti dal disastroso piano rifiuti predisposto dal governo Musumeci, che ha concepito una scatola vuota che non risolve la questione della differenziata, ancora a livelli troppo bassi. Ma soprattutto è una scelta in controtendenza con le normative comunitarie che invece puntano decisamente a un ciclo di gestione rispettoso dei criteri sottesi alla economia circolare e alla sostenibilità ambientale».
L'argomento rifiuti è uno dei punti che saranno al centro della relazione introduttiva che Barbagallo farà oggi, a partire dalle 17.30, alla direzione regionale del Pd Sicilia.

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