Slitta a domani alle 12 l’approvazione del disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio della Regione siciliana. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, subito dopo la conferenza dei capigruppo convocata al termine di una seduta contraddistinta da forti tensioni e proteste. A tenere banco tutto il pomeriggio infatti è stata l’assenza in Aula di Nello Musumeci.
Le opposizioni, prima della discussione del ddl, avevano chiesto con insistenza la presenza a Sala d’Ercole del presidente della Regione affinchè riferisse sulle dichiarazioni rese dopo il voto per la scelta dei tre grandi elettori del capo dello Stato. La scorsa settimana subito dopo lo scrutinio, nel corso di una diretta social, il governatore aveva prima annunciato una crisi di governo, con l’azzeramento della giunta, salvo poi fare un passo indietro e congelare tutto. Dopo una lunga mediazione con i deputati - tra i più agguerriti i dem Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e Nello Di Pasquale - il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha ottenuto che si iniziasse l’esame del testo solo a patto di garantire, al termine della seduta, che si sarebbe riunita una capigruppo per fissare una data per il dibattito in Aula con Musumeci: «Ho ricevuto dall’opposizione una lettera con la richiesta di un dibattito con il presidente della Regione - ha rassicurato Miccichè -. Chiederemo al governo un giorno in cui è disponibile e con grande serenità lo faremo ma oggi la cosa più importante è approvare l’esercizio provvisorio».
Il clima tuttavia è rimasto teso e le opposizioni hanno proseguito a fare ostruzionismo rallentando i lavori: «L'ultima volta abbiamo assistito in quest’Aula a un evento politico tale da mettere a rischio l’esistenza stessa della legislatura - ha detto Cracolici - e il governo ha il dovere di riferire ma si vuole lasciare la crisi politica in un limbo. Ecco perchè noi pretendiamo un chiarimento di fondo da parte di Musumeci». Al termine dei lavori, durati oltre tre ore, Miccichè ha comunicato in Aula l’esito della riunione annunciando che il dibattito con il governo è stato inserito all’ordine del giorno - anche se ancora manca una data - e che si svolgerà probabilmente dopo il via libera all’esercizio provvisorio: «E' necessario che si voti entro domani a costo che si faccia notte perchè è ultimo giorno per evitare che si creino situazioni di disagio per tutti i cittadini siciliani», ha ribadito il presidente dell’Ars.
Nelle stesse ore in cui l’opposizione chiedeva che Nello Musumeci andasse in aula all’Ars per riferire sugli sviluppi nella crisi del governo regionale, il presidente della Regione ha fatto sapere con un comunicato stampa che preferiva restare a Palazzo d’Orleans e tentare la «ricomposizione» del governo. Musumeci ha incontrato per «oltre un’ora», ha scritto in una nota, il leader di Cantiere Popolare-Noi con l’Italia, Saverio Romano. «Al centro del colloquio - prosegue la nota - la ricomposizione della Giunta, le prossime elezioni regionali e la necessità di proseguire nell’azione di governo nei rimanenti mesi per definire gli obiettivi di fine legislatura e per affrontare la difficile crisi economica e sociale che investe la Regione e lo Stato». Romano ha auspicato «un rapido chiarimento tra le forze politiche della coalizione e ha dato atto a Musumeci della lealtà avuta nei confronti della propria forza politica». Il presidente della Regione, conclude la nota, «proseguirà con gli incontri con i segretari regionali delle forze politiche della coalizione nella settimana, per poi incontrare a Roma, la prossima, i leader delle forze politiche nazionali». E’ un’agenda, questa, che sembra mostrare poco spazio per un confronto in aula.
Caricamento commenti
Commenta la notizia