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Bonomi: sulla manovra nefaste bandierine dei partiti

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, al termine al termine di un incontro con i sindacati: CGIL CISL e UIL sul green pass, Roma 6 settembre 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

«Bandierine di partito», un sistema “nefasto per il Paese“: il presidente di Confindustria rilancia il pressing per una manovra di bilancio che abbia invece una sola bussola, «l’ossessione per la crescita». Oggi si «cercano risorse per bandierine» come il reddito di cittadinanza, o una riforma che riproponga meccanismi come quota 100, che non servono alla crescita: per Carlo Bonomi è invece «doveroso» un “intervento forte» di taglio del cuneo fiscale-contributivo: “Qualcosa bisogna farla per rendere competitivo il Paese».

E per fermare il gioco delle bandierine, per arginare «l’assalto dei partiti alla diligenza», ribadisce il leader degli industriali, oggi «dobbiamo sostenere con forza il Governo Draghi». Carlo Bonomi chiude il tradizionale convegno di ottobre dei Giovani di Confindustria, ne rilancia l’entusiasmo con una nota anche di velata amarezza: «E’ stato evidente quanto sia difficile parlare la lingua della verità. Voi ponete una sfida - dice, riferendosi al tema del convegno e all’intervento di ieri del leader degli industriali under-40, Riccardo Di Stefano -: allarghiamo gli spazi, guardiamo al futuro. E ‘ proprio questo l’obiettivo, lo avete centrato. Ma in questo Paese se getti il cuore oltre l’ostacolo rischi di passare per un visionario. Non sposti di un millimetro i troppi colli di bottiglia del passato“; «Il nemico pubblico numero uno che sta ammazzando questo Paese è l’indifferenza».

Ed ai giovani Carlo Bonomi dice: «Siamo in un Paese che stenta ad apprezzarvi e pensa a voi solo quando c’è un passaggio elettorale». «Cosa c’è in questa legge di bilancio per i giovani? Non credo che sia una manovra per i giovani». Mentre sul fronte dei giovani rilancia la proposta di garantirne la presenza nei cda delle quotate: “Dobbiamo fare una battaglia“ Di stretta attualità c’è il tema del confronto tra parti sociali per quel ‘Patto per l’italià che Confindustria ha proposto ma che trova ostacoli nelle posizioni di «parte dei sindacati», come ha detto il vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali. «Maurizio Stirpe ha ribadito il pensiero di Confindustria che è quello di un grande ‘Patto per l’Italià, praticamente sono 14 mesi che lo stiamo dicendo», dice Bonomi che puntualizza: «Ovviamente i patti si firmano tra più persone. Stiamo rilevando che c’è una parte che ha capito cosa vuole il Paese e, quindi, quindi questo patto lo vuole fare. E registriamo che ci sono altre componenti che forse sono un pò più restie».

Le distanze sono in particolare con la Cgil, ma anche con la Uil. Intanto c’è un fronte più immediato, oggi: la legge di bilancio. “Quello che rilevo in questa manovra è che i partiti stanno facendo un assalto alla diligenza senza avere una visione di insieme perché, se guardo, c’è un partito che chiede un miliardo in più sul reddito di cittadinanza ed i numeri ci dicono che il reddito di cittadinanza non sta funzionando, e ci sono partiti che chiedono prepensionamenti: quota 102, quota 104. C’è poi un taglio tasse che non abbiamo ancora capito. Non è la strada. Mi dite queste tre cose come creano crescita, quel Pil di cui abbiamo necessità assoluta?». Serve «ossessione per la crescita: bisogna mettere le risorse là dove ci fanno crescere», insiste Bonomi. «L’unico fattore su cui possiamo intervenire per rendere competitivi i nostri prodotti è sul costo del lavoro: un intervento forte sul cuneo va fatto».

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