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Fondi Ue, allarme della Regione: la Sicilia rischia di perdere tutto anche per l'acqua e i rifiuti

«Non c'è una governance del settore che sia idonea a cogliere queste opportunità», denuncia l'assessore Baglieri

L’assessore regionale all’Energia, Daniela Baglieri, avverte: in Sicilia «non ci sono le condizioni per accedere ai fondi del Pnrr» nel settore della gestione delle risorse idriche. L’allarme viene lanciato al secondo Tavolo di lavoro Act Tank Sicilia, la piattaforma permanente promossa dal Forum Ambrosetti, con la partecipazione dei vertici imprenditoriali e istituzionali della Regione Siciliana e che si è tenuta a Gela.

«Mi sto confrontando con numerose emergenze in Sicilia. I dati servono per far riflettere: non c'è una governance del settore che sia idonea a cogliere queste opportunità. Ancor prima di parlare di competenze e responsabilità, occorre capire la struttura regionale», ha detto l'assesore. Baglieri sottolinea un «grave problema» per la Regione: «Scontiamo il fatto che purtroppo il capitale umano della Regione si è depauperato. Ci sono stati dei pensionamenti, non abbiamo giovani, l’età media è molto elevata, quindi c'è un problema di competenze. Non abbiamo le risorse. Quindi si lavora con estrema difficoltà. Si sta cercando di digitalizzare alcuni processi. Una sfida per la pubblica amministrazione della Regione».

«Le società - continua l’assessore - devono essere conformi al quadro normativo entro il 30 giugno 2022. Il secondo problema è la capacità progettuale: purtroppo gli enti locali non hanno capacità di avere progetti cantierabili ed esecutivi. E i criteri non sono stati discussi con la Regione».

E lo stesso vale per i rifiuti. «Abbiamo un contesto normativo - spiega Baglieri - con 18 Srr costituite da enti che non sempre hanno competenze. Questo è un dato di fatto. Noi possiamo supportarle, ma fino a un certo punto. Abbiamo dialogato con gli assessorati all’Ambiente e ai Beni culturali per cercare di semplificare sul fotovoltaico. Dobbiamo sempre mantenere un occhio di attenzione elevato perché gli interessi sono tanti. Non sempre è semplice bilanciare l’iniziativa privata con l’aspetto della legalità. Per questo stiamo definendo dei protocolli».

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