Se sulla riforma del processo civile la maggioranza è andata avanti compatta senza scossoni (e il ricorso alla fiducia viene spiegato con la necessità di accelerare i tempi), sia la riforma penale che le norme sul green pass hanno invece segnato profonde divisioni tra le forze che sostengono il governo Draghi.
Distinguo e veti incrociati poi puntualmente rientrati, ma che hanno lasciato strascichi, tanto più nel pieno della campagna elettorale per le amministrative. Dopo lo strappo che si è consumato alla Camera sul primo decreto sulla certificazione verde, con la Lega che ha più volte votato con le opposizioni (prima in commissione poi in Aula), per poi 'riallinearsì al resto della maggioranza e votare a favore sul provvedimento - anche grazie al via libera dell’esecutivo ad alcuni odg leghisti - l’esame del secondo decreto gren pass non fa registrare fibirllazioni. A differenza di quanto avvenuto sul primo provvedimento, infatti, dove tutto il dossier è stato seguito da Claudio Borghi (sin dall’inizio contrario alla misura), in occasione dell’esame del secondo decreto la Lega - dopo aver dato l’ok in Cdm all’ultimo decreto che ha esteso l’obbligo a tutti i lavoratori - non ha mostrato 'insofferenzè in Aula: una decina gli odg presentati ma senza interventi a gamba tesa e in dichiarazione di voto la «vaccinista convinta» Rossana Bondi, come lei stessa si è definita, conferma «la fiducia al presidente Draghi», pur lamentando che ormai «la vita dgli italiani dipende dal possesso di un Qr code».
Che le tensioni sul passaporto verde siano per lo più archiviate (anche se nel partito resta qualche malumore, con l’addio dell’europarlamentare no vax Francesca Donato, secondo la quale ha «vinto la linea Giorgetti") lo dimostrano anche i numeri: hanno votato la fiducia alla Camera 80 senatori leghisti su 123, 41 gli assenti 'non giustificatì, mentre sul primo dl green pass i sì leghisti si erano fermati a quota 45, facendo registrare il più alto numero di banchi vuoti tra le file della maggioranza. Tuttavia la temperatura interna alla maggioranza in Parlamento potrebbe tornare a surriscaldarsi a breve, con la riforma del fisco (c'è già ad esempio il niet di Lega e M5s alle possibili modifiche del catasto) e soprattutto in vista degli interventi su Quota 100 e reddito di cittadinanza, due storici cavalli di battaglia dell’ex maggioranza giallo-verde.
L'europarlamentare Francesca Donato ha consegnato ai social il suo addio alla Lega: "Dopo una lunghissima e approfondita riflessione, sono giunta alla sofferta decisione di uscire dal partito nel quale sono stata eletta". "La mia scelta - spiega la Donato in un post sul suo blog - è maturata dopo mesi in cui i valori in cui credo fermamente, quelli dell'uguaglianza, della libertà individuale e della dignità umana, sono stati sempre più calpestati dai provvedimenti presi dal governo Draghi, di cui la Lega fa parte. Nonostante le rassicurazioni e le battaglie interne del nostro leader, sono passati decreti liberticidi e discriminatori che a mio avviso sono incompatibili con i principi fondamentali del nostro ordinamento".
L'eurodeputata eletta in Sicilia e Sardegna che ha criticato duramente il green pass e l’ipotesi di obbligo vaccinale ha di fatto "preso atto della scelta del Segretario di permanere in questo governo qualunque atto esso compia, assunta anche in considerazione della volontà in tal senso prevalente dei ministri e governatori della Lega". "Non intendo creare ulteriori imbarazzi al Segretario federale - continua Donato - o ad altri con le mie dichiarazioni o iniziative dissonanti rispetto alla linea indicata dal vertice. Ringrazio Matteo Salvini per le battaglie che continua a combattere nel suo delicato e difficile ruolo, nonché per lo spazio concessomi, senza mai censurare le mie personali opinioni. Restano immutate la mia stima ed affetto per lui e per tutti i miei colleghi, per il segretario regionale della Lega in Sicilia Nino Minardo, con i quali continuerò a lavorare da esterna, ove possibile, con lo stesso spirito di collaborazione e lealtà, pur nel rispetto prioritario dei parametri etici che la mia coscienza mi impone".
Francesca Donato che è arrivata a Bruxelles grazie alle oltre 28.000 raccolte nel collegio delle Isole rimarrà membro del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento Europeo e sottolinea che "rimarrà fuori da altre collocazioni partitiche per poter svolgere nella massima indipendenza e sotto la mia personale responsabilità il mio ruolo politico in difesa della minoranza degli Italiani oggi etichettati come 'no-vax' gravemente discriminati e attaccati nel nostro Paese". "Saluto, ringrazio e dico tanti auguri a chi va via", chiude lapidario Matteo Salvini.
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