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Uffici pubblici, tre fasce orarie di smart working: operatività, contattabilità e inoperabilità

Il ministro Brunetta prevede entro un mese il nuovo contratto con le regole per svolgere le proprie funzioni da casa

Elisabetta, impiegata pubblica, al lavoro da casa (Foto Ansa)

Se il green pass funziona «la crescita italiana può sfiorare il 7%» e tra un mese arriverà il contratto sullo smart working nella pubblica amministrazione al di fuori dell’emergenza. Lo ha annunciato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta,  dicendosi convinto che entro un mese possa arrivare il contratto delle funzioni centrali del lavoro pubblico (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) che dovrebbe contenere anche le regole sul nuovo lavoro agile e fare da apripista al resto delle amministrazioni che dovrebbero regolarlo entro l’anno. Dell’importanza della regolazione del nuovo lavoro agile, una volta che si sarà fuori dall’emergenza, pandemica ha parlato anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando che ha sottolineato che in assenza di un accordo con le parti sociali bisognerà intervenire con una legge. Sui tempi il sindacato è più prudente .«Non so come faccia Brunetta a dire che in un mese si fa il contratto - dice il segretario nazionale della Fp-Cgil Florindo Oliverio - siamo ancora indietro».

Le prossime tappe

Il 22 è previsto un incontro tra Aran e sindacati che dovrebbe affrontare il trattamento economico dei dipendenti delle Funzioni centrali mentre il 23 si dovrebbero discutere gli altri temi a partire dal lavoro agile al di fuori dal periodo emergenziale. L’aumento salariale medio dei dipendenti pubblici sulla base delle risorse stanziate dovrebbe essere di 107 euro lordi (+4,07% compresa la stabilizzazione dell’elemento perequativo) mentre per i dipendenti delle funzioni centrali l’aumento dovrebbe essere di circa 90 euro lordi. Il costo complessivo dei rinnovi per il periodo 2019-2021 è di 6,8 miliardi (3,775 dei quali per i settori statali).

Le assunzioni

Insieme al rinnovo dei contratti pubblici le amministrazioni potranno, grazie alla ripresa dei concorsi e il ripristino del turn over al 100%, assumere tra i 100.000 e i 110.000 lavoratori all’anno. «C'è una tale domanda di lavoro - ha spiegato Brunetta - che avremo il problema opposto, cioè quello di trovare i lavoratore». Insomma ci sarà una richiesta sostanziosa di lavoratori «skillati» (ovvero dotato di abilità specifiche) che non è detto sarà possibile facilmente coprire. Tra un mese ci sarà il primo contratto sul lavoro agile - ha detto Brunetta - in cui ci saranno diritti e doveri, come si farà, chi lo farà, la disconnessione, la produttività. Il contratto ci sarà, stiamo lavorando all’organizzazione sul lavoro da remoto, obiettivi, metodi, premi, formazione. Poi ci deve essere la sicurezza informatica. Stiamo lavorando sull'interoperabilità delle banche dati con il Pnrr».

Le regole del lavoro da remoto

L’accordo sarà individuale tra l’amministrazione e il lavoratore. Ma ci deve essere la soddisfazione dei cittadini». A queste condizioni - ha spiegato - le amministrazioni possono fare tutto lo smart working che vogliono». Secondo l’ultima bozza presentata dall’Aran il lavoro agile non potrà essere fatto dall’estero a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini nazionali. Nel contratto in cui amministrazione e dipendente si accordano sul lavoro agile dovranno essere chiarite la durata dell’accordo, le giornate da svolgere in smart working e definiti gli orari delle tre fasce di lavoro da remoto (operatività, contattabilità e inoperabilità). Una volta che sarà definita l’organizzazione del lavoro e una piattaforma dedicata è previsto che possa avere il lavoro agile almeno il 15% del personale impegnato in attività smartabili.

Le aziende private

E mentre il lavoro da remoto è in dirittura d’arrivo nelle pubbliche amministrazioni si ragiona su come regolarlo nel privato anche se molte grandi aziende ci stanno già lavorando. «Serve un accordo quadro nazionale sul lavoro da remoto - ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando - per questo convocherò le parti sociali per riaprire il discorso perché la contrattazione individuale non può rispondere a fenomeni che si sono sviluppati in questi mesi. Va tenuto conto del tema del diritto alla disconnessione perché sta sfumando la differenza tra tempo di riposo e di lavoro: questo va chiarito. Se ci arriveremo assieme alle parti sociali bene, altrimenti ci si dovrà arrivare attraverso la legge».

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