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Depuratori, Musumeci sentito per ore dalla commissione ecomafie: dito puntato sulla Sicilia

Il presidente Vignaroli parla di «scaricabarile» fra i rami dell'amministrazione. E dice che l'Isola è la regione più disastrata di tutte

Stefano Vignaroli, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie

Lunghissima audizione, almeno cinque ore, quella del presidente della Regione Nello Musumeci davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie sul tema della depurazione delle acque reflue urbane in Sicilia. Il presidente della commissione, il deputato del M5S Stefano Vignaroli, parla di scaricabarile dopo avere sentito anche altri esponenti dell’amministrazione. L’audizione si è svolta in Prefettura, a Palermo. Si è tenuta a porte chiuse ed è iniziata intorno alle 14.30. Poco prima delle 19 Vignaroli ha parlato ai giornalisti presenti, prima di riprendere la discussione che, una volta conclusa in serata, avrà una coda nei prossimi giorni con dei chiarimenti ulteriori che verranno inviati dalla Regione su dettagli specifici e questioni tecniche emerse.

Sui problemi del sistema di depurazione delle acque reflue urbane in Sicilia, ha detto Vignaroli a margine dell’audizione del governo della Regione, «è difficile dare una colpa a qualcuno: lo scaricabarile lo abbiamo sentito un po’ da parte di tutti e magari anche noi dal potere centrale abbiamo le nostre colpe come, per esempio, i controlli e le Arpa».

L’esecutivo Musumeci viene ascoltato nell’ambito dell’indagine dei commissari sulla depurazione delle acque reflue urbane. «I problemi sono tanti e ovviamente la Regione è una dei corresponsabili di questa situazione che dura da decenni», ha osservato Vignaroli. «La mancata depurazione delle acque costa 160 mila euro al giorno - ha spiegato -. Entro dicembre conto di presentare una relazione molto corposa. Sarà uno strumento utile sia per il commissario Giugni sia per Parlamento, governo nazionale e Regione».

Il giudizio di Vignaroli sulla Sicilia è pesante: «La depurazione delle acque è un tema drammatico: tutta l’Italia, tranne il Trentino, è sotto procedura di infrazione ma se dovessi fare una triste classifica direi che al primo posto c’è la Sicilia, seguita da Calabria e Campania. Sono queste tre le regioni più disastrate». La commissione da oltre due anni sta portando avanti una indagine sulla depurazione delle acque reflue urbane nell’Isola. «Dal nostro lavoro è emerso che i Comuni sotto procedura di infrazione sono otto su dieci, ma anche gli altri hanno grossi e seri problemi in tema di depurazione delle acque», ha detto Vignaroli. «È stato un filone di inchiesta lungo ma non è ancora finita perché avremo bisogno di ulteriori chiarimenti su alcuni aspetti specifici e tecnici anche per quanto riguarda la depurazione dei siti industriali di Priolo e Gela», conclude.

Oltre al presidente Musumeci, sono stati ascoltati l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro e quello all’Energia Daniela Baglieri. Presenti anche il dirigente del dipartimento Acqua e rifiuti Calogero Foti, il dirigente del dipartimento Ambiente Giuseppe Battaglia e il direttore generale di Arpa Sicilia Vincenzo Infantino. Tra i nodi affrontati i ritardi sul sistema di depurazione delle acque in Sicilia e i progetti messi in campo dal commissario nazionale per la depurazione Maurizio Giugni in attesa delle autorizzazioni da parte degli uffici della Regione: si tratta di 16 interventi, di cui quattro esitati. Per sette progetti la Regione prevede di dare il via libera definito entro dicembre. Cordaro ha fatto un annuncio che riguarda Palermo. «Domattina - ha detto - troverò sul mio tavolo il progetto conclusivo per i lavori di adeguamento e potenziamento del depuratore di Acqua dei Corsari. Prima dovrò studiarlo, successivamente confido di poterlo firmare».

L’audizione è stata preceduta poche ore prima dall’incontro di Palazzo delle Aquile con il sindaco Leoluca Orlando, con il quale è stato siglato il protocollo d’intesa per la legalità tra la Commissione Ecomafie e il Comune di Palermo. Domani, infine, la Commissione sarà impegnata in alcuni sopralluoghi con la guardia costiera a bordo di una motovedetta abilitata al campionamento delle acque. Una volta concluso anche questo appuntamento, la missione siciliana sarà terminata e i risultati dell’inchiesta verranno trascritti nero su bianco in una relazione dettagliata che si attende entro dicembre.

 

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