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Osapp: "Istituire servizi antidroga nei penitenziari"

Carcere Ucciardone

Istituire nelle carceri appositi Servizi Antidroga per contrastare l'ingresso e il traffico di stupefacenti all'interno dei penitenziari, e anche le morti per overdose tra i detenuti. Lo chiede il sindacato autonomo della polizia penitenziaria Osapp con una lettera alla ministra della giustizia Marta Cartabia e al capo del Dap Bernardo Petralia affinchè diano disposizioni ai direttori delle carceri di organizzare questi servizi di prevenzione.

Ad avviso dell'Osapp, è "opportuno richiamare l'attenzione delle Autorità politiche del Dicastero della Giustizia e dell'Amministrazione penitenziaria centrale sugli eventi critici che riguardano i sequestri di droga in ambito penitenziario per rammentare che sullo Stato e, quindi, sull'Amministrazione penitenziaria, incombono gli obblighi" per la tutela "della vita degli individui, mediante l'adozione di ogni misura appropriata di natura preventiva per salvaguardare la vita di coloro che si trovano sotto la sua giurisdizione".

"Ne discende la necessità di prevenire e contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio in ambito carcerario, posto che il traffico di sostanze stupefacenti (in un contesto di legalità e di rieducazione finalizzate al reinserimento sociale) oltre che essere indice della perpetuazione di gravi reati, costituisce un fattore di rischio per l'incolumità dei detenuti i cui decessi, peraltro, vengono spesso valutati in termini di responsabilità del personale di Polizia Penitenziaria", rileva il segretario dell'Osapp Leo Beneduci.

"Si ritiene che la prevenzione e il contrasto dell'ingresso di droga - prosegue la nota - sia indifferibile e postuli l'istituzione di un qualificato Servizio Antidroga che avrebbe il pregio di restituire sicurezza e legalità al sistema e di scongiurare morti da overdose spesso determinate dal diverso principio attivo in ogni piazza di spaccio (ad es. quelle di Napoli sono molto più pesanti rispetto ad Avellino e quindi in caso di trasferimenti di detenuti da una piazza 'leggera' a quella 'pesante' il rischio overdose è tutt'altro che improbabile)".

"Sul piano della giurisprudenza della Corte Europea si rileva che sullo Stato incombe una obbligazione di mezzo e, quindi, anche in ambito penitenziario e, forse, soprattutto in ambito penitenziario, si deve profondere ogni sforzo per la prevenzione e il contrasto del traffico di droga attraverso servizi specializzati, per scongiurare i decessi e, assai spesso, le connesse attività delle organizzazioni criminali in carcere", conclude l'Osapp.

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