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Incendi in Sicilia, i sindacalisti: "Governo in campo contro la devastazione dei territori"

Foto d'archivio

«Quello del 2021 dev'essere un punto di non ritorno. Non possiamo più assistere inermi alla devastazione dei nostri territori. Il Governo regionale e quello nazionale, procedano, con urgenza ed emergenza, all’assunzione di nuovo personale tecnico e in divisa per il potenziamento del Corpo Forestale in Sicilia, in modo da ripristinare gli organici, riattivare il presidio nei luoghi e le funzioni di polizia giudiziaria, tra cui la caccia agli incendiari».

Le segreterie regionali Cgil di Fp e Flai richiamano le istituzioni politiche alle loro responsabilità di fronte al grave scempio, ai notevoli danni e alle profonde ferite inferte all’ambiente e alla natura in questa calda estate, ancora non conclusa.

«La ricorderemo tra le peggiori annate, colpita da una mano criminale che ha trovato, ancora una volta e più che in passato - affermano i segretari generali, Gaetano Agliozzo e Tonino Russo - colpevolmente impreparata la nostra regione. Si stima che oltre 70 mila ettari di terreno siano andati in fumo, un dato impressionante per la nostra Isola, lasciata priva della necessaria protezione. Basti pensare che la Sicilia, che vantava un prestigioso Corpo Forestale con oltre 3 mila unità, oggi ha un assetto ridotto a 380 unità in divisa e 200 di personale tecnico».

Degli 800 agenti forestali previsti, attualmente quelli in servizio sono prossimi a zero. Una disfatta totale, denunciano i sindacalisti, «frutto di un’azione politica priva di visione e programmazione da parte dei governi che si sono succeduti, compreso quello attuale, in riferimento alla tutela del nostro patrimonio naturalistico. Hanno lasciato estinguere da solo il Corpo Forestale: l’ultimo concorso risale al 1985. Dal 1996 non ci sono più ingressi di personale operaio a tempo determinato, neanche di figure in prima linea che rischiano la vita sul fronte del fuoco, che bisognerebbe integrare con forze fresche».

E ancora, l’ultima gara per l’acquisto di nuovi mezzi antincendio è ferma per un ricorso al Tar.

Per non parlare delle opere di prevenzione dagli incendi, che potrebbero essere effettuate per tempo dagli oltre 13 mila lavoratori stagionali del Dipartimento Sviluppo Rurale, «ma vengono vanificate ed effettuate sistematicamente in ritardo, poichè legate alla disponibilità delle risorse finanziarie individuate dal bilancio regionale, mai disponibili prima dell’arrivo dell’estate. Le soluzioni per porre un serio e concreto freno all’avanzata del fuoco, spinta dalla mano criminale, ovviamente ci sono - sottolineano Agliozzo e Russo - ma serve una decisa e ferma volontà politica che passa attraverso una organica e incisiva impalcatura di provvedimenti che convergano verso un unico obiettivo. Ed in questa ottica, riteniamo inevitabile la riforma del settore, con la stabilizzazione dei lavoratori forestali nelle due fasce di garanzia occupazionale, 151 e tempo indeterminato, come da tempo richiesto unitariamente dal sindacato, prevedendo il ricambio generazionale, specie nella lotta attiva agli incendi».

Così come si renderebbe utile ampliare le competenze del settore, cioè la pulizia dei bordi stradali, le aree a verde abbandonate e tutte quelle opere fuori dalle zone boscate finalizzate alla prevenzione degli incendi, compreso l’utilizzo di tutti i lavoratori in attività di presidio e controllo del territorio nella stagione calda, compreso l’avvistamento e la segnalazione degli incendi. Va poi ammodernato il parco mezzi antincendio e tutte le attrezzature, anche quelle tecnologiche, necessarie alla lotta contro gli incendi.

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