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Forestali in Sicilia, l'Ue apre la procedura d'infrazione: "Abuso di contratti a termine"

Foto archivio

«Ricorso abusivo a una successione di contratti a termine»: così l’Unione Europea ha giudicato le assunzioni dei forestali fatte dalla Regione negli ultimi 30 anni. Aprendo una maglia che può costare a Palazzo d’Orleans decine di milioni in termini di risarcimento dei danni, visto che sono già state attivate le prime 1.200 cause da parte di altrettanti stagionali. La Sicilia è di nuovo sotto procedura di infrazione.

E dopo le multe milionarie minacciate per la carenza di depuratori e per l’inquinamento dell’aria, sono i 20 mila forestali a trasformarsi in una bomba a orologeria dal punto di vista contabile. La vicenda è molto complessa. E nasce da una petizione che nel maggio del 2018 uno studio legale di Castelbuono, quello degli avvocati Angela Maria e Stefania Fasano, hanno rivolto a Bruxelles su input di alcuni assistiti. L’obiettivo era dimostrare «l’abuso dei contratti a tempo determinato fatti dalla Regione ai forestali».

Da sempre gli stagionali lavorano per 78, 101 e 151 giornate all’anno ricevendo al termine dell’impiego anche un sussidio di disoccupazione. Un sistema che adesso l’Ue chiede di interrompere. Bruxelles ha unificato il caso sollevato dai legali siciliani a quelli di varie categorie in altre regioni. E alla fine l’Ue ha scritto al governo italiano per segnalare di avere riscontrato un abuso sull’uso di contratti a termine.

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