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Conte: "Voglio un M5S inclusivo, il mio ruolo passa dal voto su Rousseau"

Nessuna operazione di vertice, nessuna investitura calata dall’alto, nemmeno se arriva, con il prestigio di Beppe Grillo, garante del Movimento, in persona. L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, incontra i senatori a 5 Stelle e mette un punto fermo: la democrazia interna così come la democrazia diretta non si toccano. Sono baluardi da «salvaguardare». In un fine settimana dedicato all’ascolto, è questo il messaggio che il leader in pectore del nuovo Movimento lancia: la sua strada sarà quella del confronto, della presenza costante sui territori, ma solo se verrà scelto con un voto degli iscritti che gli dia legittimazione.

Conte non parla del tetto dei due mandati, forse troppo presto - viene osservato nelle ore antecedenti la riunione - per spiegare quali siano i ragionamenti che si stanno svolgendo. Non si sofferma sul rapporto con la piattaforma di Davide Casaleggio sulla quale, di fatto, ha già raccontato lo stato dell’arte l’attuale capo politico, Vito Crimi che ha declinato una novità: i morosi si devono mettere in regola entro il 31 marzo, poi non vi sarà più nessun versamento diretto al web.

Il Movimento, questa la direzione, vuole diventare autonomo anche nella gestione della democrazia diretta. Ma sui due nodi, certo, l’ex premier sta lavorando, viene sottolineato. Intanto, prima di tutto ci sono i temi su cui disegnare il perimetro politico del nuovo 'soggetto'. La scelta di campo, infatti, è «essenziale» per la costruzione del 'nuovo', come ha indicato il ministro Stefano Patuanelli, secondo quanto riferito da fonti M5s. Perché la domanda che si leva dagli eletti, lo si è sentito in queste settimane, è «dove andiamo e con chi andiamo».

A breve, ci sarà «un ulteriore» passaggio con i deputati e poi «un confronto con amministratori locali e iscritti». Ma «ora dobbiamo accelerare perché siamo ormai in dirittura finale», ha annunciato Conte che ai parlamentari ha rivolto l’invito a mandare proposte e suggerimenti per iscritto. Cinque le linee guida su cui ragionare: la carta dei principi e dei valori «fondamentali» per una chiara «identità politica», la prospettiva alla luce delle prime esperienze comunali per allargare le iniziative; la formazione, per cui è avvertita l’esigenza di «offrire strumenti» che aiutino la crescita, l’apertura alla società civile con le piazze delle Idee in cui non si raccoglieranno tessere e che dovranno essere concretizzate e sviluppate; l’organizzazione con il raccordo fra centro e periferia per avere riferimenti sul territorio.

Dobbiamo contribuire come forza politica a rinnovare i paradigmi dei modelli di sviluppo, dobbiamo essere irradiati e coinvolgenti. Per Conte, riferiscono fonti parlamentari, la cultura ecologica e la giustizia sociale sono un punto di riferimento perché, ha detto, bisogna porsi il problema dei più «fragili», delle «disuguaglianze», di genere, fra territori e generazioni. Ma bisogna pensare anche al mondo dei lavoratori e dei disoccupati e a tutta la galassia che ruota intorno. Poi la formazione e l’apertura all’esterno, ai territori, al mondo, ad esempio, dell’associazionismo, che è fonte di arricchimento.

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