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Terremoto nella sanità in Sicilia, Musumeci: "Chiesta noi la zona rossa". Ma opposizioni all'attacco

Nello Musumeci e Ruggero Razza

L'inchiesta sulla Sanità in Sicilia scuote tutta la Regione. "Ho letto le agenzie, inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Noi le zone rosse le abbiamo anticipate non nascoste: è storia. Ma bisogna avere rispetto per la magistratura".

Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, commenta a Omnibus su La7, l'inchiesta che ha portato ad arresti per alterazione dei dati su tamponi e positivi trasmessi all'Iss in cui è coinvolto come indagato, l'assessore alla Salute Razza.

"Siamo stati noi a chiedere la zona rossa - aggiunge Musumeci -. E' facile in questo momento fare ricostruzioni. Intanto abbiamo il dovere di chiederci, perché? A cosa serviva? Quale gara dovevamo vincere? Quale premio avremmo ottenuto, soprattutto nella prima fase? Se noi eravamo i primi a chiedere le misure di restrizione, se io stesso insieme all'assessore Razza abbiamo chiesto al governo nazionale due settimane di zona rossa quando tutta Italia faceva il possibile per rimanere in zona arancione. Ecco perché sono tranquillo, sono certo che la magistratura farà luce".

Opposizioni subito all'attacco: "Chiediamo le immediate dimissioni dell'assessore alla Salute, Ruggero Razza - dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo -. L'immagine della sanità siciliana, in un momento così complicato, non può essere affidata ad un assessore che ne ha già combinate di tutti i colori". E ancora: "I dati falsi e truccati emersi dalle indagini sono la punta di un iceberg di un sistema marcio e malato. Il Pd - prosegue Barbagallo - aveva già messo in evidenza le storture della Sanità siciliana con la mozione di sfiducia presentata all'Ars nei mesi scorsi e bocciata da una maggioranza pronta solo ad eseguire gli ordini del capo. Questa volta la politica era arrivata prima dei magistrati ma - conclude - di fronte ai fatti di oggi Musumeci non ha scelta: Razza non può restare un minuto di più".

All'attacco anche M5s: "Restiamo sgomenti nell'apprendere dello scandalo che ha coinvolto l'assessore alla salute della Regione Siciliana e di come, secondo le accuse, si possa esser giocato sulla salute dei siciliani falsificando i dati dei contagi da Covid-19. È l'ulteriore disastro della gestione dell'emergenza che certifica il fallimento dell'amministrazione Musumeci in Sicilia". Lo affermano i deputati nazionali Roberta Alaimo, Valentina D'Orso e Adriano Varrica, insieme con il senatore del Movimento 5 Stelle, Steni Di Piazza. "Ove gli esiti dell'indagine dovessero confermare la responsabilità dell'assessore Razza e dei dirigenti e funzionari regionali coinvolti, si tratterebbe di un fatto di una gravità inaudita - affermano i cinquestelle - Nell'attesa che la magistratura accerti i fatti, però, è necessario ed opportuno che Razza si dimetta, senza perdere un attimo di tempo".

Si unisce al coro anche Leu: "Le parole dell'assessore regionale alla Salute siciliano sono vergognose. Si accertino immediatamente le responsabilità sulla vicenda dati falsi sui decessi per Covid in Sicilia, che vede indagati l'assessore Razza e la dirigente Di Liberti. L'assessore si dimetta immediatamente e si valuti il commissariamento della sanità siciliana. La politica, arriva dopo la magistratura, peccato". Lo afferma il senatore di LeU Francesco Laforgia.

I portavoce di Sinistra Comune Antonella Leto, Luigi Carollo, Ramon La Torre, Alberto Mangano commentano: "La manipolazione dei dati sui contagi, se confermata, è gravissima poiché priva gli operatori sanitari della possibilità di mettere in campo le adeguate azioni di contenimento e al contempo pone a serio rischio i cittadini e i lavoratori che andrebbero invece tutelati. Interi settori come la cultura e il turismo ma anche la ristorazione, appaiono distrutti dalle conseguenze economiche di questa crisi sanitaria. Un'intera generazione di adolescenti è privata dei più bei giorni che la vita possa donare".

Sul caso intervengono anche i deputati regionali di Attiva Sicilia, Angela Foti, Sergio Tancredi, Matteo Mangiacavallo e Valentina Palmeri: "Piena fiducia sull'operato della magistratura a cui chiediamo tuttavia di chiudere le fasi dell'indagine nel più breve tempo possibile. È opportuno che in questo momento storico si faccia la massima chiarezza sulla gestione della sanità in Sicilia e che il Parlamento regionale e i siciliani tutti siano messi al corrente di ogni dettaglio affinché non si perda la fiducia nelle azioni di contrasto alla pandemia".

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