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Il cdm vara il decreto: nuove limitazioni per visite ai parenti, niente spostamenti tra regioni fino al 27 marzo

Arriva il primo provvedimento anti Covid del governo Draghi. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto legge che fa slittare lo stop alla mobilità fino al 27 marzo, ma la vera novità riguarda le visite ai parenti.

Se resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di spostarsi verso un'altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni, questa possibilità non varrà più nelle aree rosse.

La strategia complessiva del nuovo esecutivo sarà poi definita con il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), che seguirà quello in scadenza il 5 marzo. Dopo la conference call del premier con i ministri sabato, i governatori sono stati informati e consultati, alla vigilia della riunione a Palazzo Chigi, nella videoconferenza con il ministro delle Autonomie Mariastella Gelmini e con il ministro della Salute Roberto Speranza. E hanno presentato una loro piattaforma di proposte portata oggi al governo.
I presidenti di Regione hanno chiesto di inserire nella cabina di regia politica - non quella del monitoraggio del contagio - anche i ministri economici (come ieri nella call con Draghi), "al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese". "In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori - si legge nel documento della Conferenza - deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento". Insomma, ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali. "È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti", insistendo sul preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti/chiusi nel weekend. Su questo Gelmini ha dato rassicurazioni. L'ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non venerdì per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del week end.
Le Regioni chiedono poi di accelerare decisamente nella campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie, e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori, in primis l'inesorabile Rt, l'indice di trasmissibilità. "Si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone - affermano -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario".

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