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Governo, aperture nei confronti di Draghi: il Pd chiede a M5s di votare la fiducia

Mario Draghi all'uscita da Montecitorio

Il presidente incaricato Mario Draghi apre le consultazioni delle forze politiche con l'obiettivo di trovare la maggioranza per formare il suo governo. E le premesse mostrano una forte apertura generale nei confronti dell'ex presidente della Bce.

Luigi Di Maio rompe gli indugi e invia un segnale distensivo, dopo le tensioni e le resistenze all'interno del M5s: "Non abbiamo cercato noi lo stallo, ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese. In questa fragile cornice, il Movimento a mio avviso ha il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno. Siamo la prima forza politica in Parlamento - spiega - ed il rispetto istituzionale viene prima di tutto".

E di fronte ai dubbi, il Pd prova a convincere M5s a dare fiducia al governo che potrebbe formarsi nei prossimi giorni. "Sarebbe molto importante che tutte le forze dell'alleanza", Pd, M5s e Leu, "collaborassero convinte" alla maggioranza del governo Draghi, con un allargamento in Parlamento alle forze "moderate, liberali, socialiste. Aiuterebbe la stabilità del governo, gli darebbe forza e credibilità in Italia e nel mondo". Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti in direzione. "Possiamo lavorare con una linea chiara e una proposta di governo credibile per l'Italia, sostenuta da una maggioranza ampia ed europeista", sottolinea.

"E' fondamentale mantenere un clima di lealtà tra forze che hanno votato l'ultima fiducia al presidente Conte e a Conte stesso - aggiunge Zingaretti -. Con questo spirito abbiamo convocato una riunione delle forze che avevano confermato la fiducia, un incontro molto utile", aggiunge. "Proviamo a raccogliere i frutti di questo investimento delle ultime settimane e degli ultimi mesi: nel definire il perimetro della maggioranza, nel rispetto assoluto dell'autonomia delle altre forze politiche, credo sarebbe molto importante che tutte le forze della maggioranza partecipassero convinte".

Intanto, appare chiaro che il centrodestra andrà alle consultazioni diviso. Silvio Berlusconi torna a parlare e promuove ufficialmente l'indicazione data da Sergio Mattarella. "La scelta del presidente della Repubblica - dice il Cavaliere - va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l'unità sostanziale delle migliori energie del Paese".  Parole accolte da un applauso nel corso dell'assemblea del gruppo azzurro a Montecitorio. Un segnale che dimostra come in Fi il sostegno a Draghi sia prevalente. Il leader di Forza Italia invia all'ex governatore una richiesta, però: "Ho parlato di governo dei migliori ed è ovvio attendersi una squadra di governo di profilo adeguato".

L'ex premier non rinuncia in ogni caso a cercare di difendere l'unità della coalizione: "Continueremo a confrontarci con gli altri leader di centrodestra, convinti dell'importanza di preservare l'alleanza". Il solco con gli alleati è ormai segnato. "E' meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa", prende atto il leader leghista Matteo Salvini. La Lega intanto fa sapere di essere "disponibile e interessata a discutere di tasse, grandi opere, difesa dei confini, aiuti concreti per famiglie e imprese" ma senza "insulti" e senza "una riedizione del governo Conte con gli stessi ministri e un premier diverso".

Da Italia Viva arriva invece il sostegno al premier incaricato. Il leader Matteo Renzi è certo che "Draghi la prossima settimana avrà la fiducia".

Intanto, il Quirinale segue con attenzione l'evoluzione della situazione politica dopo l'incarico a Mario Draghi. In queste ore al Colle si registra un moderato ottimismo sulla possibilità di una soluzione della crisi. Il Capo dello Stato ha anche apprezzato sia il gesto che le parole pronunciate da Giuseppe Conte sull'incarico a Draghi poco prima dell'inizio delle consultazioni del premier incaricato, alle quali il Colle non ha posto limiti temporali.

LE CONSULTAZIONI

Hanno preso il via le consultazioni del presidente del Consiglio incaricato. I primi a essere ricevuti a Montecitorio sono i rappresentanti di Azione, +Europa, Radicali italiani del Gruppo Misto Camera e quelli di +Europa, Azione del Gruppo Misto Senato.

Domani, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S. Gli incontri hanno durata di mezzora o di un'ora a seconda del peso dei partiti.

"E' una crisi inopportuna e irrazionale - ha detto Antonio Tasso, in rappresentanza delle componenti Maie e Psi del gruppo Misto Camera, al termine delle consultazioni -, ci interessa andare avanti perché le difficoltà economiche e sociali sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo accolto con forte condivisione l'esortazione di Mattarella e con grande apprezzamento le parole di Conte". E ancora: "Dichiaro qua il nostro appoggio a Draghi, abbiamo offerto una nostra riflessione affinché il governo abbia una connotazione politica".

Sostegno anche dalle minoranze linguistiche: "Siamo fiduciosi che il tentativo avrà successo, condividiamo in toto quello che il presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, ha esposto in merito alla sua visione europea", ha detto Manfred Schullian. "Ci sono tanti motivi di condivisione con Draghi".

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