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Il premier al Quirinale per dare le dimissioni, M5s: "Conte-ter è l'unica soluzione alla crisi di governo"

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà al Quirinale domani, dopo un passaggio in Cdm per comunicare le sue intenzioni, per rassegnare le dimissioni. Lo si apprende da fonti di governo.

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende da fonti qualificate di governo, è stato convocato per domani mattina alle 9. Alla riunione il premier comunicherà le due dimissioni. Domani quindi sarà la giornata cruciale per arrivare al Conte ter e una nuova maggioranza di governo.

A dirlo è M5s, che si schiera al fianco del premier. "Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile ed è l’unico sbocco di questa crisi scellerata": così i capigruppo di Camera e Senato del  MoVimento 5 Stelle, Davide Crippa ed Ettore Licheri. Si tratta di "un passaggio necessario all’allargamento della maggioranza", sottolineano, "noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l’interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta. Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia", spiegano i capigruppo pentastellati, "il MoVimento, insomma, c'è, ed è pronto a fare la sua parte".

Per tutta la mattinata di oggi, e già da ieri, da parti della maggioranza ma anche da parlamentari indicati come possibili 'responsabili' è andato in scena il pressing per possibili "dimissioni-lampo" del premier e l'avvio di una nuova maggioranza di governo.

Tra le ipotesi che si profilano nelle ultime ore, quella di riaprire il dialogo con Italia Viva di Renzi, passando per le dimissioni al Quirinale oppure voto anticipato in caso di bocciatura mercoledì della relazione sulla giustizia del ministro Bonafede alle Camere, dando 48 ore di tempo ai "volenterosi" per uscire allo scoperto.

A smuovere lo stallo ci aveva pensato il ministro Dem Francesco Boccia, uno dei più vicini a Conte, che lo ha invitato a riaprire il dialogo con Iv, rompendo quindi il mantra del "mai più con Renzi" finora ripetuto dai vertici del Pd.

Da fonti Pd trapela il ragionamento sulla mancanza di numeri a Palazzo Madama, "pericolosa" in particolare in vista della relazione del ministro della Giustizia e capo delegazione M5s Alfonso Bonafede. I dem hanno assicurato a Conte che il suo ruolo "è imprescindibile" e che il Pd è comunque al suo fianco. Ma l'hanno messo in guardia sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne uscirebbe sconfitto visto che ad ora i numeri non ci sono. 

"L'implosione dell'attuale maggioranza sotto il peso delle sue contraddizioni è naturale conseguenza della sua origine improvvisata e contraddittoria, che contraddiceva il responso delle urne e che era finalizzata esclusivamente ad impedire al centro-destra di governare", dice Silvio Berlusconi.  "Nessuna trattativa - ribadisce - è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica. La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all'autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato - dice - di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l'unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani".

"Si parla di dimissioni di Conte? Avrebbe già dovuto darle", gli fa eco Matteo Salvini. "C'è un piano vaccinale fermo, le scuole sono aperte in una città sì e una no, ci sono due milioni di posti di lavoro a rischio, e noi stiamo in ballo sugli umori di Conte, Di Maio, Zingaretti, e sulle trattative di Tabacci e Mastella. È irrispettoso, disgustoso, volgare, deprimente".

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