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Coronavirus, Speranza: "Rt finalmente sotto l'1 ma non è scampato pericolo"

Il ministro della Salute, Roberto Speranza

"Se guardiamo la dinamica dell'Rt, o indice del contagio, è passata in poche settimane da 1,7 a 1,4 a 1,18 a 1,08 e oggi i dati del monitoraggio segnalano di 0,91. In 5 settimane siamo passati da un numero molto preoccupante di 1,7 a un dato di 0,91. Questo non significa uno 'scampato pericolo', ma significa che le misure hanno prodotto degli effetti". Lo ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo all'Health care summit del Sole 24 ore.

"Era obiettivo di governo e regioni - ha aggiunto - scendere sotto 1, finalmente ci siamo riusciti ma c'è ancora una partita difficilissima in corso. Se pensiamo che un primo raggio di sole significhi una vittoria definitiva rischiamo di metterci in difficoltà, per questo siamo costretti a chiedere qualche altro sacrificio".

"Questo non è bello per chi governa. Sarebbe bello dire 'togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità'. Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme", ha proseguito il ministro sottolineando che questa non "è una linea dura, ma è una linea necessaria".

In questo momento, ha sottolineato, "siamo davanti a due verità". Da un lato "c'è una situazione molto complicata, il numero dei decessi di ieri deve farci riflettere, e il numero assoluto dei contagiati è ancora molto alto". La seconda verità è che "nelle ultime settimane le misure messe in campo e il modello costruito hanno prodotto un abbassamento della curva" e siamo riusciti a "piegare la curva senza lockdown generalizzato".

Tuttavia, ha proseguito il ministro, sappiamo che "basta poco per ripiombare in situazioni pericolose. Lo abbiamo visto nei mesi estivi, quando sono aumentati gli spostamenti, si è abbassata la soglia di attenzione del rispetto delle regole, in primis quella di indossare la mascherina, e ne abbiamo pagato il prezzo". Le settimane della pausa natalizia "in cui tradizionalmente si riprendono le relazioni sociali che durante l'anno non si riescono a coltivare - ha concluso - potrebbero quindi essere un momento che ci rimette in difficoltà".

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