
L’accordo che doveva schierare i medici di famiglia in prima linea nella lotta al Covid in Sicilia non è mai passato alla fase operativa. Mancano i tamponi. Sono passate tre settimane dall'annuncio ma, come riporta Giacinto Pipitone in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, è tutto fermo: mancano i tamponi e i dispositivi di sicurezza.
Stamani la manager dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, riceverà i sindacati per provare a risolvere le problematiche: il patto tra Regione, Ordine dei medici e alcune sigle sindacali prevede che i medici di famiglia affiancheranno Usca e ospedali eseguendo i tamponi ai soggetti più a rischio e a chi attende il controllo finale per uscire dalla quarantena collaborando anche all’assistenza domiciliare dei positivi.
L’accordo era stato firmato da Fimmg, Intesa Sindacale e associazione dei pediatri di libera scelta (Fimp, CIPe-SISPe-SINSPe e Simpef). E questo lo rende obbligatorio per tutti i medici, anche quelli aderenti a Smi e Snami che si sono rifiutati di apporre la firma.
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