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Dl ristori bis, nuovi aiuti a commercianti ed imprese: fondi bonus anche per gli asili

Giuseppe Conte

Nuovi aiuti a commercianti, imprese, partite Iva ma anche bonus per gli asili. Queste le misure principali contenute nel decreto Ristori bis che approderà domani in Consiglio dei ministri. Gli aiuti verranno modulati in base alla geografia delle restrizioni previste dal nuovo Dpcm. Indennizzi che, nel caso dei bar e ristoranti che saranno costretti a chiudere nelle zone rosse, potrebbero arrivare al 200% dei rimborsi già erogati con il dl Rilancio. Saranno inoltre rifinanziati i congedi parentali per chi ha i figli a casa in quarantena o per la scuola chiusa e non può ricorrere allo smart working, e il bonus asili nido.

Il nodo resta quello delle risorse. Con il primo decreto Ristori, approvato dal Consiglio dei ministri il 27 ottobre, il deficit è salito al 10,7%, dal 10,5% indicato nel Documento programmatico di bilancio, rimanendo sotto il tetto fissato del 10,8% fissato dalla Nadef. Il margine da qui alla fine dell’anno è quindi dello 0,1%, circa 1,7 miliardi che saranno utilizzati, insieme ad altri risparmi di cassa, per creare un fondo da circa 2 miliardi da cui attingere, di volta in volta, per gli indennizzi, anche in base all’evoluzione della pandemia che potrebbe portare a nuove chiusure. C'è poi il fondo da 4 miliardi stanziato con la Legge di bilancio, varata salvo intese ma non ancora approdata alle Camere. Il Cdm di domani potrebbe essere un’occasione per una seconda lettura anche se al momento appare complicato riuscire a chiudere il testo della manovra in tempo utile.

Il governo, come ha annunciato il premier Giuseppe Conte, è comunque pronto a tornare in Parlamento per richiedere un nuovo scostamento di bilancio. E anche questo sarà oggetto del confronto nel corso del vertice di maggioranza in corso a Palazzo Chigi. Nella risoluzione approvata alla Camera i partiti della maggioranza hanno chiesto di ricorrere a un nuovo aumento del deficit. Di fatto con l’ultimo scostamento approvato a luglio il Parlamento ha già autorizzato uno sforamento del deficit fino all’11,9%. Uno spazio che potrebbe quindi essere utilizzato modificando i saldi della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza con una procedura parlamentare più semplice dello scostamento.

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