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Il nuovo Dpcm: mascherine, feste a numero chiuso, limiti alla movida ed esercito per i controlli

I contagi aumentano, è ora di correre ai ripari. Con lo stato di emergenza che sarà prorogato, tranne clamorose sorprese, fino al 31 gennaio, è ora di un nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore il 7 ottobre o al massimo qualche giorno più tardi. Ci saranno, inevitabilmente, delle nuove strette. Come succedeva qualche mese fa, con la differenza che la situazione ospedaliera è assolutamente sotto controllo, al contrario di marzo/aprile.

Prima di tutto, sarà confermato l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi, il lavaggio frequente delle mani, la distanza di sicurezza e il divieto di assembramento, ma sarà proprio sulla mascherina la novità più rilevante, dato che sarà obbligatoria all’aperto su tutto il territorio nazionale. In Sicilia questo già era stato fissato da un'ordinanza. Con la differenza però che il governo potrebbe seguire la linea del Lazio con multe per i trasgressori dai 500 ai 3.000 euro, così da "incentivare" l'uso senza troppi giri e pensieri.

In più, sono allo studio controlli mirati, pattugliamenti contro gli assembramenti e anche i militari in campo per verificare il rispetto delle norme, come appunto l'obbligo delle mascherine. Potrebbero esserci anche mini-lockdown diffusi per arginare l'aumento dei focolai, anche se un lockdown generale, al momento, pare escluso.

Non solo: tra le misure alle studio c’è quella di anticipare la chiusura dei locali, alle 22 o alle 23, anche se sugli orari non c'è ancora molta chiarezza. E anche le feste private sono sotto la lente d'ingrandimento, visto che proprio lì sono scoppiati non pochi focolai (come quello di Niscemi dopo un diciottesimo): secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico vanno regolamentate e limitate nei numeri. Gli ingressi nei negozi saranno sempre contingentati a seconda degli spazi, i ristoranti dovranno rispettare il distanziamento e le discoteche resteranno chiuse.

Sarà aggiornata anche la lista dei "paesi a rischio": sarà tolta con ogni probabilità la Grecia, ci resteranno Francia, Spagna e Malta, dubbi sulla Croazia e sulla Gran Bretagna. Saranno prorogate le misure di sicurezza su aerei, treni e navi. Il limite per gli stadi resta a 1.000 spettatori.

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