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Sicilia, oggi in Aula la mozione di sfiducia del M5S a Musumeci

Il M5S annuncia una mozione di sfiducia nei confronti di Nello Musumeci. A firmarla 14 deputati del Movimento. La mozione sarà presentata oggi all'Ars.

"Solo chiacchiere, tante chiacchiere, e zero riforme. Peccato che la Sicilia si governi con i fatti e non con le parole. Musumeci deve andarsene, per il bene dei siciliani", ha detto il capogruppo del M5S all'Ars, Giorgio Pasqua.

"Dalla catastrofica gestione della cassa integrazione in deroga - motivano l'atto i deputati M5s - al disastro del settore rifiuti; dalla mancata redazione dei piani di rientro del disavanzo, alla scriteriata gestione dei fondi europei, a quella, altrettanto fallimentare, delle partecipate; dalle nomine sbagliate, alla totale assenza delle tanto strombazzate riforme: l'azione dell'esecutivo Musumeci - sostengono - è stata un rosario di fallimenti, una litania ininterrotta di tracolli, messi nero su bianco dal Movimento in otto pagine A4, ai sensi dell'articolo 10 dello statuto della Regione Siciliana. "In Aula - aggiunge Pasqua - Musumeci, la scorsa settimana, ha fatto una sorta di autocelebrazione del nulla, peccato che la Sicilia che ha tratteggiato non esista nella realtà, e basta soltanto guardarsi attorno per potersene rendere conto".

"La goccia che ha fatto traboccare il vaso ricolmo delle intollerabili inefficienze del governo Musumeci", spiegano i M5s dell'Ars - è stata "la consegna, fatta dal presidente della Regione, dell'assessorato dei Beni culturali e dell'identità siciliana alla Lega, un partito - osservano - che da sempre mortifica ed oltraggia il popolo siciliano. L'operazione è stata realizzata in base a mere convenienze politiche e a interessi che poco hanno a che vedere con l'interesse per il nostro patrimonio monumentale e artistico, e nonostante le reiterate e numerose proteste sollevate da tanti siciliani, etichettati da Musumeci come un gruppetto di poveretti con problemi personali e familiari".

"Tutto questo - dice Pasqua - a brevissima distanza dallo scandalo che ha travolto, con numerosi arresti, la sanità siciliana, evidenziando altre nomine sbagliatissime operate dall'esecutivo Musumeci, quelle di Candela e Damiani, colpevolmente collocati in posti chiave della sanità dell'isola, quando all'interno dello stesso esecutivo le perplessità su questi nomi non dovevano essere poche, visto che il primo era stato escluso dal novero dei manager della sanità e il secondo non doveva aver brillato ai vertici di quella Centrale unica di committenza che lo stesso governo giudicava fallimentare, tanto da volerla delocalizzare". "Anche volendoci sforzare - dicono i deputati del M5S sottoscrittori della mozione - al giro di boa della legislatura non troviamo veramente nulla di buono tra le cose realizzate, né c'è traccia delle riforme tanto strombazzate da Musumeci in campagna elettorale" (ANSA).

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