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Decreto Rilancio, fondi per prolungare Cig e bonus autonomi: oggi il consiglio dei ministri

Il premier Giuseppe Conte

L'ultimo tassello sembra essere andato al suo posto: c'è l'accordo sulla regolarizzazione dei migranti che, insieme alla quadratura delle coperture delle misure economiche, apre la strada all'approdo del decreto Rilancio in Consiglio dei ministri. La riunione è stata fissata per le 14. "Nessun problema di coperture", assicurano dal ministero dell'Economia. E da Palazzo Chigi dichiarano "raggiunto l'accordo politico".

Sul fronte economico, dopo i problemi emersi al tavolo tecnico in particolare sulle coperture della cassa integrazione, il ministero dell'Economia assicura che non ci sono problemi sulle risorse. Tra le varie misure arrivano 2 miliardi per gli interventi che consentiranno la ripartenza delle attività produttive e dei negozi adeguandosi alle norme anti-covid, circa 10 miliardi per ulteriori settimane di Cig e 4 miliardi e mezzo per il bonus autonomi, 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento tempestivo dei propri debiti nei confronti dei fornitori, azzeramento dell'Iva per i dispositivi di protezione individuali, 500 milioni per colf e badanti.

Dopo una lunghissima riunione dei tecnici in preconsiglio, l'ultimo scoglio è il Cdm, con il confronto tra i ministri sulla maximanovra da 55 miliardi che mobilita 130 miliardi di liquidità.

Sul dossier della regolarizzazione dei migranti il capo politico Vito Crimi ha annunciato, intorno alla mezzanotte, un accordo "soddisfacente" che mette al centro "il lavoro regolare". Poco prima Luigi Di Maio aveva diffuso una nota per dichiarare fiducia a Crimi al governo e la volontà di portare il decreto in Cdm al più presto. E' un segnale di distensione. I ministri si rimettono al lavoro sul testo. E dal Pd Peppe Provenzano conferma all'unisono con Crimi l'intesa che, specifica, riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani: "Non è una questione di bandierine ma di diritti", aggiunge puntuto.

L'impianto, sottolineano fonti Dem, resta sostanzialmente invariato, con i due binari definiti dal Viminale per l'emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri. Arrivano però, a quanto emerge, le rassicurazioni attese dal M5s con alcune modifiche, a partire da una precisazione ulteriore delle norme per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.

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