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Reddito di emergenza ancora lontano, maggioranza divisa su requisiti e durata

Il premier Conte e il ministro Gualtieri

Settimana "decisiva" per la definizione e, poi, approvazione del decreto maggio. Restano distanze sul reddito di emergenza tra il Movimento 5 stelle e gli alleati di governo ed è ancora aperta anche la discussione sulle misure di sostegno alle imprese (contraria Iv), così come resta il nodo dei fondi alla sanità, che il ministro Speranza chiede siano aumentati. Tutto ciò emerge al termine della riunione di governo sul decreto di maggio che si è svolta ieri sera in vista del Consiglio dei ministri in programma "entro la settimana".

Il premier Giuseppe Conte avrebbe dato nuovo appuntamento ai ministri per stasera. Tra i temi ancora da discutere c'è l'inserimento nel decreto di alcune norme per accelerare lo sblocco dei cantieri. Tutti d'accordo invece sullo stanziamento di 14 miliardi per finanziare per altre nove settimane la cassa integrazione. Sul reddito di emergenza, in particolare, nell'incontro di ieri sera ci sarebbe stata una discussione accesa tra i rappresentanti del M5s e quelli di Pd e Iv. I pentastellati vorrebbero dare il sussidio ai redditi più bassi per due o tre mensilità, sul modello del reddito di cittadinanza. Dem e renziani sarebbero dell'idea invece di dare le risorse ai comuni per aiutare chi è in difficoltà. Una soluzione intermedia - ma ad ora respinta dal M5s - sarebbe, riferisce una fonte, quella di assegnare un bonus una tantum.

All'incontro con Conte e il ministro Roberto Gualtieri hanno partecipato i capi delegazione dei partiti di maggioranza, Alfonso Bonafede, Dario Franceschini, Roberto Speranza e Teresa Bellanova. Erano presenti anche il vicecapogruppo di Iv Luigi Marattin, la viceministra M5s Laura Castelli, il vicesegretario Pd Andrea Orlando, il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro.

Sulle misure a sostegno delle imprese sarebbe stata Iv a mettersi di traverso. Nel mirino dei renziani c'è l'idea di permettere alle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di ricapitalizzarsi ricevendo dallo Stato una somma pari a quella investita: lo Stato a quel punto entrerebbe, senza interventi nel controllo e nella governance, nel capitale dell'impresa che negli anni successivi potrebbe riacquistare le quote. Dem e M5s sono d'accordo su questo meccanismo, illustrato da Gualtieri, mentre Iv si è detta profondamente contraria. Quanto ai fondi per la sanità, sarebbero ad ora previsti 2,6 miliardi ma Speranza chiede di più, per rafforzare i presidi sanitari sul territorio e rendere stabili i Covid Hospital.

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