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Sanità in Sicilia, la preoccupazione dei sindacati: "Non ci sono norme per il personale"

"Sembra impossibile, considerando il particolare momento storico, ma è così: la Finanziaria 2020 attualmente in discussione in Commissione Bilancio all’Ars non contiene, nel suo impianto di base, norme in favore di tutti i lavoratori della Sanità pubblica, privata e di Seus 118. Lavoratori che, in questa pandemia di Covid-19, sono ogni giorno in trincea a difesa della salute pubblica, esponendosi in prima persona al contagio, mettendo anche a rischio i propri cari".

La critica al disegno di legge arriva dalle federazioni regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, che lanciano un appello al governo regionale e all’Ars: "Abbiamo apprezzato lo sforzo fatto per i Comuni dell’isola, il cui fondo è stato incrementato di ben 100 milioni di euro, adesso bisogna pensare alla Sanità, sull’esempio di quanto già fatto in altre regioni d’Italia, come Toscana, Lazio ed Emilia Romagna che hanno incrementato le risorse stanziate da Roma con il decreto Cura Italia attingendo a fondi propri ed extraregionali".

"Non importa da dove saranno reperite le somme necessarie – dicono i segretari generali Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango – ma è assolutamente opportuno prevedere un congruo stanziamento aggiuntivo. Un’ipotesi possibile potrebbe essere quella di utilizzare risorse extraregionali: i fondi europei, per esempio, che, grazie alle deroghe della Commissione Ue per la grave situazione, possono essere utilizzati anche per finanziare spese correnti in favore di cittadini e imprese".

“E se fa piacere constatare che, grazie all’impegno delle organizzazioni sindacali e alla sensibilità della Commissione Salute, è stato approvato almeno un emendamento che prevede interventi a favore del personale del Sistema sanitario regionale impegnato per Covid-19 – concludono i sindacalisti – dispiace sottolineare che si tratta di un testo che non solo necessita di modifiche per non incorrere, una volta approvato, nel rischio di un’impugnativa, ma che da solo non è nemmeno sufficiente. Bisogna pensare, infatti, non solo ai lavoratori dalla sanità pubblica, ma anche della sanità privata (ognuno per la sua parte, ovviamente) e agli operatori di Seus 118, quotidianamente in prima linea nella lotta al coronavirus”.

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