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Boss mafiosi scarcerati, Lamorgese: "Controlli sui domiciliari, nessun rischio"

Il ministro Luciana Lamorgese

Controlli continui sui detenuti posti ai domiciliari a causa del coronavirus per decongestionare le carceri. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese rispondendo al question time al Senato prova a bloccare subito le polemiche dopo la scarcerazione di boss mafiosi.

"Il contratto con Fastweb prevede la consegna di 1.200 braccialetti elettronici al mese - spiega -, poi a maggio e giugno, grazie ad un accordo col commissario straordinario Domenico Arcuri, avremo un surplus di 1.700 braccialetti. Ci sarà inoltre un costante monitoraggio da parte delle forze di polizia" sui detenuti posti ai domiciliari. Queste "cautele consentono di fugare i dubbi riguardo alle ricadute sulla sicurezza dei cittadini" del provvedimento che ha disposto i domiciliari per alcune categorie di detenuti al fine di decongestionare le carceri durante l'epidemia Covid.

Il ministro ha ricordato: "C'era l'esigenza di misure straordinarie per contrastare l'emergenza che ha coinvolto anche le carceri per la concentrazione di detenuti ed agenti di polizia penitenziaria. I domiciliari sono stati previsti per le ipotesi in cui residua una pena non superiore a 18 mesi e sono stati esclusi delinquenti abituali e condannati per gravi delitti. Il magistrato di sorveglianza può inoltre decidere per l'esclusione dei domiciliari se ne ravvisa i motivi".

"Le misure, dunque - ha concluso Lamorgese - valide peraltro fino al 30 giugno, sono un punto di equilibrio tra sicurezza dei cittadini e tutela della salute di detenuti e polizia penitenziaria, riducendo l'affollamento degli istituti di pena in una situazione di epidemia".

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