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Coronavirus, circolare del Viminale: restano consentite alle Regioni misure più restrittive

Viminale, fonte Wikimedia

Le Regioni possono continuare ad applicare misure più restrittive per il contenimento del coronavirus. Lo segnala la circolare inviata ai prefetti dal capo di Gabinetto del ministero dell'Interno, Matteo Piantedosi, in seguito all'entrata in vigore del decreto Conte del 10 aprile scorso: "Continuano a trovare applicazione le misure più restrittive adottate dalle Regioni, anche d'intesa con il ministero della Salute, relativamente a specifiche aree dei rispettivi territori regionali".

Ma non solo. Nella circolare si precisa che i prefetti potranno chiedere la collaborazione delle Asl ed avvalersi degli Ispettori del lavoro per controllare l'osservanza delle precauzioni "dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori".

La circolare del Viminale ai prefetti diffusa oggi ricorda l'obbligo di rispettare determinate precauzioni nei negozi. In particolare, si legge, la circolare sottolinea che è necessario, per gli esercizi commerciali la cui attività non è sospesa, "assicurare, oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto di beni".

I prefetti potranno demandare anche alla Guardia di finanza lo svolgimento di specifici controlli e riscontri sulla veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende relativamente alla possibilità di proseguire la propria attività perchè appartenente ad una delle filiere consentite. Le Fiamme Gialle, indica la circolare, "in linea con le proprie funzioni di polizia economico-finanziaria", potrà svolgere i controlli "a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, ove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali".

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