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Maturità, si punta all'esame tradizionale ma con modalità "light"

Il neo ministro alla Pubblica istruzione Lucia Azzolina

Un esame di maturità con prove reali e non "a distanza" ma che sia "leggero". È il provvedimento a cui si sta lavorando in queste ore al Ministero dell'Istruzione

Lo stesso ministro ieri sera in una diretta Facebook aveva spiegato:  "Ragazzi, so che attendete risposte sull'esame di Stato, ho letto tutte le vostre richieste. Abbiamo bisogno di un veicolo normativo: presto lo avremo e potremo dare risposte sull'esame di Stato e di terza media". E’ necessario infatti derogare il decreto legislativo 62 del 2017 per poter fare qualsiasi tipo di modifica in vista della maturità e degli esami che concludono le scuole medie.

Forti dubbi sono stati manifestati Elvira Serafini dello Snals, che la maturità possa sostenersi con un ritorno dei
ragazzi nelle classi. «Magari», sospira. E quindi si potrebbe pensare ad uno slittamento della data - la prima prova dell’esame di maturità è fissata per il 17 giugno - o ad un esame "a distanza".

L'unica certa al momento è che si tratterà di una maturità "light" con 6 commissari interni e uno esterno e molto probabilmente con una tesina che andrà a sostituire la seconda prova scritta strutturata in base al percorso di studi, e senza tener conto delle prove Invalsi e dell’alternanza scuola lavoro che si sono potuti svolgere solo in minima parte o, in alcuni, per niente affatto.

Intanto oggi il Garante della privacy ha messo a punto un atto di indirizzo "nell’intento di fornire a scuole, atenei, studenti e famiglie indicazioni utili a un utilizzo quanto più consapevole e positivo delle nuove tecnologie a fini didattici": un testo che individua le implicazioni più importanti dell’attività formativa a distanza sul diritto alla protezione dei dati personali.

Dunque ok alla didattica on line ma con un occhio alla privacy. Ma prosegue l’opposizione dei sindacati della scuola nei confronti del ministro Azzolina che, nonostante la loro contrarietà, ha dato il via due giorni fa alle procedure con cui professori e personale tecnico della scuola possono richiedere il trasferimento.

«La ministra pensa come se fosse all’opposizione. E' arrivato il tempo di abbandonare questo approccio sovranista e fondato sui social che, capiamo bene, per una parte della classe politica attuale è stato uno strumento vincente che ha portato anche bene in termini di risultati elettorali. Ma ben diverso è, invece, governare», attacca Pino Turi della Uil Scuola. «L'unica novità di quest’anno riguarda la possibilità di delegare a terzi, sindacalisti compresi, la compilazione delle domande di mobilità. Ma si tratta di una procedura che difficilmente può essere utilizzata», ha fatto notare Rino Di Meglio della Gilda.

Dal canto suo la Azzolina ha ricordato però che in questi primi due giorni, il ministero ha ricevuto 1238 domande di mobilità che sono andate a buon fine, lo scorso anno erano 1107: «significa che il sistema sta funzionando», osserva
Azzolina, che per il 1 aprile ha comunque convocato on line i sindacati della scuola: le forze politiche premono infatti per una ricomposizione della "frattura".

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