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Si tenta "blitz" sulla prescrizione, Italia Viva di Renzi contro ma non rompe

Non «cacciare» Renzi dal governo ma neutralizzarne gli strappi e andare avanti. Così gli alleati provano a gestire la rottura sulla prescrizione, che frena la partenza della «fase due» dell’esecutivo giallorosso. L’intesa raggiunta da M5s, Pd e Leu per modificare la legge Bonafede sulla prescrizione dovrebbe passare da un emendamento al decreto Milleproroghe e registrare il dissenso di Iv nelle votazioni in commissione ma poi essere blindato in Aula con un voto di fiducia sia alla Camera che al Senato, per diventare legge entro fine febbraio. E poiché i renziani non vogliono far cadere il governo, sarebbero costretti a dire sì o non votare. Un assist all’intesa siglata dal premier Giuseppe Conte con Pd, M5s e Leu arriva dall’Anm.

L’accordo prevede che la prescrizione si blocchi dopo sentenza in primo grado ma venga "restituita" all’imputato in caso di assoluzione in appello: «Non ci sembra una soluzione irragionevole», dice il segretario dell’Anm Giuliano Caputo, che invita il governo a «riprendere la riforma del processo penale». Se nel merito la norma è incostituzionale, sarà la Consulta - spiega - a dirlo. L’idea di Conte è portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana - forse non lunedì ma nei giorni successivi - la riforma del processo penale, senza la controversa norma sulla prescrizione.

Il Pd, sia con Nicola Zingaretti che con Roberto Gualtieri, lo sprona ad andare avanti con l’agenda di governo per lanciare la «nuova fase» a partire dall’economia: «Basta polemiche e picconi, è il tempo di costruire». Con questo metodo si proverà a superare anche il prossimo scoglio della revoca della concessione ad Autostrade (la mediazione potrebbe portare a una revoca parziale, solo in Liguria). Ma sulla giustizia Renzi non intende mollare. E fa sapere che le sue ministre valuteranno se votare la riforma del processo penale: potrebbero decidere di non partecipare al Consiglio dei ministri. Quanto alla prescrizione, si era valutata l’ipotesi di un decreto per recepire l’accordo a tre, ma quella via non pare praticabile perché non ci sono ragioni di urgenza. Di qui un cambio di strategia. Una soluzione sarebbe affidare il «lodo Conte bis» a un percorso tutto parlamentare. Vorrebbe dire, come osserva Federico Conte di Leu, «fare uno sforzo per recuperare Italia viva sul merito».

C'è anche chi, tra i Dem, sarebbe per concedere una sospensione della riforma Bonafede di sei mesi. E chi da Iv fa sapere che se il blocco della prescrizione partisse dal secondo grado e non dal primo, ci si potrebbe ragionare. Ma Bonafede non sembra concedere più di quanto fatto. E fonti di governo M5s fanno sapere che l’accordo «appare granitico».

Dunque lunedì dovrebbe essere presentato alla Camera un emendamento al decreto Milleproroghe per recepire l’accordo sulla prescrizione. Sulla norma ci sono dubbi di ammissibilità, perché il decreto contiene solo norme di proroga dei termini. Per superarli, si sta studiando un meccanismo che preveda una breve sospensione della legge Bonafede entrata in vigore a gennaio, dopo la quale scatta la modifica. L’emendamento dovrebbe essere depositato lunedì e se ammissibile votato prima in commissione (senza i voti di Iv) e poi in Aula con la fiducia.

Al Senato in commissione la norma rischia di essere bocciata, grazie ai voti di Iv: ma anche lì, l’idea sarebbe poi blindare l’accordo con la fiducia in Aula. L’effetto sarebbe anche far decadere la proposta di legge Costa che mirava a riformare la legge Bonafede. Ma Costa fa sapere di avere pronte nuove iniziative e lo stesso Renzi sarebbe pronto a presentare una legge sulla prescrizione in Senato. Un percorso assai irto di ostacoli, insomma. E non privo di incognite. Con una sola consapevolezza: Iv, per ora, non intende far cadere il governo.

(ANSA)

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