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Reddito di cittadinanza, cosa cambierà nel 2020? "Ora più posti di lavoro". Ma è scontro nel governo

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro per il Sud e Coesione territoriale Giuseppe Provenzano

Sul futuro del Reddito di cittadinanza si gioca la stabilità del governo. Da una parte ci sono ministri come Giuseppe Provenzano o Teresa Bellanova che chiedono modifiche, dall'altro c'è il resto dell'esecutivo che invece blinda la misura assicurando che non sono previsti ritocchi.

Nei giorni scorsi era stato il ministro delle Politiche agricole a sottolinea la necessità di rivedere non solo il Reddito di cittadinanza ma anche Quota 100. La Bellanova era intervenuta dopo le dimissioni di Lorenzo Fioramonti, anche lui critico sull'utilizzo delle risorse da parte del governo.

Adesso ad alimentare il dibattito ci pensa il siciliano Provenzano, ministro per il Sud e la Coesione territoriale: "Il reddito di cittadinanza non va cancellato, semmai rivisto", commenta. "Quanti vogliono cancellare il reddito probabilmente non hanno mai parlato con chi mette insieme pranzo e cena grazie a quel sostegno - osserva -. Ma la misura va profondamente rivista per correggerne le storture, coinvolgendo gli attori sociali, come l'Alleanza per la povertà, separando gli obiettivi di contrasto alla povertà e attivazione al lavoro. Il reddito da solo però non crea posti. Per quello servono gli investimenti".

Ci ha pensato poi Palazzo Chigi a sottolineare che nell'azione di governo, prevista a gennaio, non ci saranno all'ordine del giorno eventuali modifiche del reddito di cittadinanza e di quota 100. "Per noi - si legge in un post sul Blog delle Stelle - queste due misure non si toccano e non ci sarà nessuna modifica fino a che saremo al Governo. I nostri voti per cambiare o smantellare due conquiste sociali e di umanità come queste - conclude il post - non ci saranno mai". Su questa linea anche Conte, secondo cui tutto è migliorabile, ma nessuno pensi di cancellare il reddito, definito dal premier "una misura di giustizia sociale".

Ma crescono malumori anche all'interno del Pd: "Quota 100 e reddito di cittadinanza - ricorda il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci - sono un'eredità del governo con Salvini. Il primo provvedimento, particolarmente ingiusto verso i giovani, scade comunque nel 2021, il reddito di cittadinanza sta andando peggio delle peggiori previsioni. Possono anche non essere in agenda revisioni immediate, ma è il tempo di valutare".

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