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La Regione attende l'ok ai debiti spalmati in 10 anni, Italia Viva: no alla norma, va modificata

La Regione aspetta oggi l'ok ufficiale da Roma alla norma che consentirebbe di spalmare il disavanzo in 10 anni. Ma c'è chi si oppone alla misura, come nel caso di Italia Viva: "In Cdm è prevista l'approvazione di una norma (in attuazione dello statuto della regione siciliana sull'armonizzazione dei sistemi contabili) che è un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole", afferma Luigi Marattin, chiedendo a nome di Iv di "modificare" la norma che prevede che "il disavanzo 2018 della regione Sicilia possa essere spalmato in dieci anni" o "di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno".

Nella norma che dovrebbe approdare oggi in Cdm, osserva il vice capogruppo di Iv Luigi Marattin, "si prevede infatti che il disavanzo 2018 della regione Sicilia (pari a più di un miliardo di euro) possa eccezionalmente essere spalmato in dieci anni, rischiando così di ipotecare il futuro delle prossime amministrazioni. La classica polvere sotto il tappeto, che tanti danni ha fatto (e continua a fare) alla finanza pubblica italiana, nazionale e locale".
"Noi siamo profondamente contrari ad ogni norma che - derogando alle regole valide per tutti - fornisca vantaggi di breve periodo senza assicurare una buona volta un risanamento strutturale. Un'altra strada - dichiara Marattin - è possibile".

E spiega: "Nel giugno 2016 il governo Renzi e la Sicilia stipularono un accordo che condizionava i vantaggi economici per la regione ad una serie di obblighi che la regione avrebbe dovuto realizzare al fine di operare un vero risanamento strutturale: riduzione della spesa corrente al netto della sanità, riduzione del numero dei dirigenti, riduzione delle società partecipate e altro ancora. Magicamente, questi obblighi sono scomparsi l'anno scorso, ad opera del primo governo Conte".

"Italia Viva - conclude - chiede di modificare l'art.7 della norma in discussione oggi. Oppure di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno. Perché una buona volta questa storia deve finire, per il rispetto dei contribuenti italiani e dei tanti amministratori (a cominciare da quelli del Sud) che rispettano le regole".

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