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Tav, il Senato boccia la mozione M5S. Il Pd: "Adesso Conte vada al Quirinale"

L’Aula del Senato ha bocciato la mozione M5s contraria alla realizzazione della Tav con 181 voti contrari. Hanno votato a favore 110 senatori. Il Movimento 5 stelle conta 107 senatori, quindi sono 3 in voti in più a sostegno della mozione pentastellata.

Qualche timido applauso dei senatori del Pd e poi di Fi ha accolto il voto favorevole alla mozioni dei rispettivi gruppi, entrambe favorevoli alla costruzione della Tav. Accolti praticamente dal silenzio i voti alle altre mozioni.

Il ministro Toninelli, subito dopo il voto, ha fatto sapere di avere votato "No" e di essere comunque tranquilla.

La tensione, stamattina, è stata palpabile ed è stata confermata al termine delle votazioni quando Luigi Di Maio ha abbandonato l’Aula del Senato senza rivolgere uno sguardo a Matteo Salvini che è invece rimasto seduto ai banchi del governo circondato da molti esponenti della Lega.

La mozione dei 5 Stelle è stata l'unica bocciata, passano tutte le altre a favore dell’opera:il Senato ha approvato quella del Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.

"Il Governo esprime due pareri contrapposti e nettamente distinti sulle mozioni Tav. Cosa aspetta il Premier Conte a salire al Quirinale e a dimettersi visto che non ha più una maggioranza in Parlamento?", scrive in una nota il coordinatore della segreteria nazionale del Pd Andrea Martella.

E anche il segretario nazionale del partito democratico, Nicola Zingaretti chiede la "testa" di Conte. "La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il Governo non ha più una maggioranza. La Tav non è solo una fondamentale infrastruttura utile allo sviluppo del Paese. Ma è anche figlia di accordi e trattati internazionali. Un governo - continua - non può non avere una sua maggioranza in politica estera e questo governo non ce l’ha. Il Presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal Presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata. L’Italia ha bisogno di lavoro, sviluppo, investimenti e ha bisogno di un governo che si dedichi a questo e non ai giochi estivi di Salvini e Di Maio contro gli italiani".

"La giornata di oggi è un po' surreale, possiamo capire le posizioni storiche e identitarie del M5S, ma se fate parte del Governo e il presidente del Consiglio ha detto che l’opera va fatta dovete essere a favore della Tav, non ci sono alternative, è anche una questione di credibilità complessiva per l'esecutivo", ha detto nel corso delle dichiarazioni di voto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, rivolgendosi agli alleati pentastellati.

Siparietto tra i banchi del Pd, al temine delle votazioni in aula al Senato sulle mozioni riguardanti la Tav. Dopo aver annunciato il proprio voto contrario all’opera in dissenso dal proprio gruppo, il senatore Dem Tommaso Cerno si è visto scherzosamente appuntare sul bavero una spilla di M5s da Matteo Renzi, a cui la spilla era a sua volta stata fatta arrivare dai banchi grillini. Un modo ironico per definire Cerno, che aveva convenuto con M5s sulle perplessità relative alla realizzazione dell’opera, 'grillino ad honorem'.

"Tav: vince l’Italia". Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. "Con l'approvazione delle mozioni per il sì - continua - compresa quella di FdI, il Parlamento si è espresso in maniera inequivocabile e speriamo definitiva sulla Torino-Lione. Oggi come ieri la posizione di Fratelli d’Italia è sempre stata la stessa: si Tav, sì alla difesa degli interessi italiani e alla costruzione di un futuro di crescita per i nostri figli. Si tratta di battaglie che uniscono la politica, oltre ogni schieramento. Chi divide e dice no difende sé stesso e il suo partito, non l’Italia".

Chiusi i lavori dell’Aula del Senato dopo l’esame e le votazioni sulle mozioni Tav. L’Assemblea tornerà a riunirsi il 10 settembre. La settimana prima partiranno i lavori delle commissioni di Palazzo Madama.

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