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Regione, sui dirigenti dietrofront del governo: via libera ai concorsi

Aggiornamento delle 18,46

Approvata la norma che sblocca i concorsi alla Regione. È, finora, l'unico articolo che ha avuto il consenso del Parlamento fra quelli proposti dal governo oggi.

La norma prevede che già nel 2019 possano essere messi a bando il 75 per cento dei posti da funzionario che si sono liberati nel 2018 per effetto dei normali pensionamenti. Per la dirigenza la percentuale del turn over è più bassa: il primo concorso potrà essere bandito per coprire solo il 30% dei posti lasciati liberi l'anno scorso dai pensionati.

Alessandro Aricò, capogruppo di DiventeràBellissima, commentando alcune norme del Collegato in corso di discussione all'Ars, e aggiungendo: “Al Pd, che lancia accuse strumentali, rispondiamo con i fatti. Dopo i disastri targati Crocetta la macchina Regione è stata rimessa in moto grazie al governo Musumeci, che ha pure avviato e in molti casi concluso le stabilizzazioni di oltre ottomila precari in 263 Comuni e di circa 300 nella stessa Regione”.

Aggiornamento delle 18,27

Ritirato anche il comma che avrebbe permesso alla Regione di assumere dirigenti intermedi esterni. Il testo prevedeva di arruolare esterni nella misura massima dell'8% della dotazione organica attuale.

Significa – ha calcolato il Pd con Antonello Cracolici – che si potrebbero assumere un centinaio di esterni. Anche in questo caso Pd e grillini hanno alzato le barricate e il governo – evidentemente calcolando di non avere i numeri per forzare la mano – ha deciso di rinviare anche questa norma. Che il presidente Musumeci aveva chiesto di approvare per risolvere soprattutto l'emergenza all'assessorato Rifiuti, dove ben sei direzioni intermedie sono prive di vertice perchè non si riesce a trovare nessuno che accetti l'incarico.

Anche queste emergenza verrà affrontata quindi nelle prossime settimane in un disegno di legge autonomo che il governo dovrà preparare e che riguarderà a questo punto l'intera disciplina della dirigenza.

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Cadono subito le promozioni dei dirigenti intermedi regionali. Alla ripresa dei lavori, all'Ars, il governo ha ritirato l'emendamento che avrebbe permesso alla metà dei dirigenti di terza fascia di passare in seconda.

La norma era già nel mirino delle opposizioni, che la scorsa settimana erano a un passo dal bocciarlo in aula. Il governo a quel punto aveva proposto di riscrivere la norma. E così è stato. Ma anche la nuova formulazione del testo è stata ritirata dopo le proteste di Pd e grillini.

Il testo che il governo ha provato a far approvare prevedeva che la metà degli attuali dirigenti di terza fascia (1.200) potesse passare alla seconda dopo una “procedura selettiva per titoli e servizi”. Non esattamente quel concorso interno che, come chiedevano i grillini, avrebbe dovuto premiare solo il merito.

La norma ritirata prevedeva anche che la metà dei posti in pianta organica per dirigenti di prima e seconda fascia sarebbe stata assegnata con concorsi pubblici da bandire dall'autunno in poi.

Tutto però viene meno e se ne riparlerà in un prossimo di legge organico che l'assessore al Personale, Bernadette Grasso, si è impegnata a presentare nelle prossime settimane.

L'Ars prova così a uscire dalle sabbie mobili e si appresta a votare la norma che sblocca i concorsi per funzionari e dirigenti.

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