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Pd, Faraone: "Io epurato per fare un accordo con M5s"

«Stanno epurando uno a uno quelli che vengano considerati i renziani del Pd per dimostrare a Di Maio di avere le carte in regola per un accordo. E che sia Franceschini uno dei protagonisti di questo schema è ormai abbastanza chiaro. È un’operazione cinica e pericolosa contro cui mi batterò fino alla fine», lo ha detto il senatore Davide Faraone, in una conferenza stampa a Palermo, dopo l’annullamento, venerdì scorso, della sua elezione a segretario del Pd siciliano, da parte della Commissione di garanzia e il conseguente commissariamento.

«La Sicilia rischia di diventare il primo laboratorio - ha aggiunto - di un accordo con il M5s che considero anni luce lontano da noi, al pari della Lega».

«Io non mi arrendo, non faccio passi indietro. Faremo una nuova Leopolda sicula chiamando a raccolta tutti coloro che sono contro Salvini e Di Maio».

«Io non mi sono nascosto. Zingaretti, invece, si è nascosto dietro la commissione di garanzia, un tribunale che aveva il compito, il mandato di sfiduciarmi. L'accusa di avere violato le regole - ha aggiunto - è l’accusa che mi fa stare più male. Io esco da questa storia con la stessa lealtà con cui vi sono entrato. Commissariano non Faraone, ma la Sicilia: Faraone dice no all’inciucio con il M5s e mi sfiduciano... Mi avevano offerto anche un incarico a Roma che ho rifiutato. Mai è successo che la Commissione di garanzia decidesse in questo modo con un voto a maggioranza, consentendo alle stesse correnti che mi erano ostili di organizzarsi. Ma io non intendo cambiare. Chi ha chiesto la mia epurazione solo gli stessi che si sono trovati bersaniani quando c'era Bersani a comandare, renziani quando c'era Renzi, zingarettiani ora che c'è Zingaretti... hanno colpito me, ma soprattutto hanno colpito una comunità di donne e uomini in Sicilia, ma non ci fermiamo».

Ha proseguito: «Io volevo fare le primarie; Lumia e Crisafulli, protagonisti del consociativismo, che hanno sostenuto Crocetta e che sul Sistema Montante non hanno avuto la forza di proferire una parola, si sono tenuto nascosti e sapevano che avrebbero potuto confidare in chi a Roma avrebbe riallineato tutto, e rimesso in riga le persone libere».

 

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