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Salvini alza posta sui cantieri e la flat tax e Conte tira dritto

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

Alla vigilia di una settimana segnata dallo sblocca-cantieri e probabilmente anche dalle prime riunioni di governo in vista del Def e del ddl crescita, Matteo Salvini alza la posta sulle opere e rilancia una delle proposte bandiera della Lega, la Flat tax, facendo bocciare però al suo partito uno studio del Mef secondo il quale la proposta costerebbe quasi 60 miliardi.

Sul decreto sblocca-cantieri il premier mantiene ferma la sua impronta all’insegna, si sottolinea nel governo, dell’ascolto e dell’inclusione. E, dopo aver incontrato gli enti locali e i sindacati venerdì, domani Conte si recherà in Piemonte al cantiere dell’Asti-Cuneo, assieme al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Il Cdm di mercoledì, confermano da Palazzo Chigi, sarà chiamato a mettere il sigillo al decreto.

Ma, da qui alle prossime 72 ore, le discussioni nel governo non mancheranno, con la Lega che vuole un via libera "a tutti i cantieri", da Nord a Sud, inserendo anche l’edilizia privata nel provvedimento. "Conto che gli amici del M5s ci diano una mano a riaprire i cantieri", sottolinea Salvini in mattinata chiedendo una riduzione dei tempi anche nel periodo che va dall’appalto all’apertura dei cantieri.

Il leader della Lega non cita un altro dei nodi giallo-verdi: l’introduzione di un commissario unico ai cantieri sulla quale, tuttavia, resta secco il "no" sia del premier sia dei Cinque Stelle. La volontà di Conte rimane quella di ascoltare il contributo di tutti tenendo però tra le sue mani un dossier delicato, al quale anche il M5S guarda con attenzione per scrollarsi di dosso l'etichetta del partito del "No".

E, fonti di maggioranza, non a caso, sottolineano come Conte, sullo sblocca-cantieri, ci stia lavorando da settimane con "concretezza". Nel salotto di Barbara d’Urso, tuttavia, il leader leghista torna alla carica sulla Tav.

"Se prevarrà il buon senso, si farà", sottolinea Salvini dicendosi fiducioso che, con il M5S si troverà una soluzione e tornando a negare frizioni con gli alleati: "andiamo d’amore e d’accordo su tutto". Anche se, sul memorandum italo-cinese che sabato sarà siglato da Conte e da Xi Jinping, Salvini torna a tenere il punto.

"Dobbiamo stare attenti ai telefonini, da cui passano ormai tutti i dati, penso all’energia, la sicurezza nazionale non si svende alle potenze straniere", sottolinea il vicepremier lanciando, tra l’altro, una nuova proposta: una riforma del diritto di famiglia affinché "i bambini non siano merce di scambio tra genitori".

Dalla Basilicata, invece, è sulla Flat tax familiare che Salvini punta. "Non abbiamo smesso di lavorarci giorno e notte, nel 2019 ci sarà una flat tax per i lavoratori dipendenti", annuncia il vicepremier. La proposta riguarderebbe una doppia aliquota sul reddito familiare, con deduzioni progressive per ogni componente a seconda della soglia di reddito annuale.

La Lega rilancia la proposta a ridosso delle Europee ma, sul provvedimento, servirà un lavoro lungo e dall’esito incerto. Una simulazione del Mef dello scorso febbraio assegnerebbe alla flat tax familiare un costo da 59,3 miliardi, cifra di fatto insostenibile in una congiuntura dove Roma dovrà innanzitutto trovare i fondi per evitare lo scatto delle clausole di salvaguardia. Di Maio, sulla proposta, apre ma con prudenza.

"Sono fiducioso che sulla Flat tax familiare troveremo una soluzione ma l’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi", avverte il leader del M5S. Fdi rilancia la "sua" Flat tax come "unica proposta realistica" mentre la Lega confuta lo studio del Mef in quanto antecedente all’elaborazione della Flat tax-Fase II, rivolta a tutte le famiglie fino a 50mila euro di reddito. Proposta che incide per "10-12 miliardi", sottolinea Armando Siri.

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