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Vitalizi, il taglio dopo le Europee. E ora Miccichè denuncia i grillini in Procura

Il  taglio dei vitalizi degli ex deputati si farà. Gianfranco Micciché rompe gli indugi e anticipa che l’Ars procederà a ridurre gli attuali 300 assegni che vanno da 2 mila a 11 mila euro al mese e che costano oltre 17 milioni all’anno. Ma lo farà solo dopo le Europee del 29 maggio. Andando così oltre i termini imposti dallo Stato.

Il presidente dell’Ars nega che sia in atto uno scontro col governo Musumeci su chi debba operare il taglio. Dopo aver deciso di non impugnare la legge nazionale che impone di ridurre gli assegni in tutte le Regioni, il governatore Musumeci si attendeva che l’Ars votasse sull’argomento già mercoledì. In realtà in Parlamento non c’è una unanimità sulle procedure e ogni partito ha una proposta diversa: c’è chi – come Diventerà Bellissima - vorrebbe una delibera del consiglio di presidenza dell’Ars, chi (l’Mpa) punta su una legge votata dall’aula e chi rinvia le competenze a una delibera della giunta.

Ma Miccichè blocca il dibattito: “Non c’è nessun braccio di ferro, il taglio lo faremo noi. L’unico dubbio riguarda le procedure da seguire”, ha detto stamani il presidente dell’Ars. Anticipando che il Parlamento attenderà che da Roma, entro il 31 marzo, arrivino le direttive sulle modalità del taglio da applicare. “Poi – ha precisato Miccichè – valuteremo se applicarle automaticamente o se serve una legge dell’Ars per recepire le norme romane. Questo è un problema che risolveranno gli uffici. Ma non c’è dubbio che, essendo previsto da una legge nazionale in vigore, il taglio si farà”.

Il presidente dell’Ars anticipa però di voler “sottrarre una questione tanto delicata alla campagna elettorale”. La norma fatta approvare a dicembre da Di Maio all’interno della legge di Stabilità nazionale imporrebbe di tagliare i vitalizi entro fine aprile, pena una sanzione economica che per la Sicilia potrebbe ammontare a 70 milioni. Ma Miccichè non si dice preoccupato: “La legge nazionale – spiega - fissa il termine di fine aprile ma rinvia le sanzioni al 2020, dunque basta adeguarsi entro fine anno. E così faremo. Non porterò questo tema in campagna elettorale”. Dunque l’Ars taglierà gli assegni prevedibilmente non prima di giugno.

Il presidente dell’Ars non nasconde di ritenere che “la legge di Di Maio è incostituzionale” e rivela l’esistenza di un “un parere degli uffici tecnici dell’Ars che conferma che esistono enormi profili di illegittimità sulla norma di Di Maio, che la Sicilia deve però applicare”.

E ha poi aggiunto, Micciché,  che “la vecchia proposta di taglio ai vitalizi fatta dai grillini siciliani era solo un bluff, come tutto quello che fanno i grillini”. Frasi che introducono un altro tema. Dopo il dossier sui presunti sprechi dell’Ars fatto dai grillini martedì, Miccichè ha deciso non di querelare, come riferito a caldo, ma di denunciare in Procura i deputati 5 Stelle dell’Ars: “I miei avvocati stanno preparando le carte. Farò un esposto in cui denuncerò tutti i reati gravissimi che hanno commesso. Non farei il mio dovere se non lo facessi. Non c’è un solo atto dei grillini che ha le carte in regola per andare avanti all’Ars, la loro è solo demagogia. Sul tema dei vitalizi, per esempio, c’è solo la norma nazionale, quella depositata all’Ars è un bluff”.

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