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Manovra, Conte: "Non è vero che è stata scritta dall'Ue. Rimpasto di governo? Se condiviso"

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, durante la Conferenza stampa di fine anno

«Non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti». Lo afferma il premier Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno.

«Quello che c'è stato suggerito da Bruxelles - sottolinea - è stata la clausola di congelamento finale. Ci hanno suggerito una misura di contenimento della spesa di minore impatto rispetto a quella più radicale che avevamo pensato», precisando come sulla base del «meccanismo di congelamento pari a due miliardi sino a luglio accantoniamo una piccola percentuale, e se a luglio valuteremo che il trend è in linea con le nostre previsioni li sbloccheremo».

Conte non esclude la possibilità di un rimpasto di governo: «Il discorso esula dalla sensibilità del premier, semmai l’esigenza maturerà in seno a una delle forze politiche, verrà comunicata all’altra, io ne verrò eventualmente messo a parte se fosse un’istanza condivisa e se ci fosse una soluzione prospettata, auspico che sia condivisa e che non destabilizzi l’esperienza di governo». Così Giuseppe Conte non ha escluso un rimpasto, precisando che al momento «si tratta di un periodo ipotetico del quarto grado».

Sul possibile aumento delle tasse, difende la manovra: «Non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini. La pressione fiscale noi per i cittadini l'abbiamo alleggerita. E’ questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare, e non ci è stato affatto dettato dall’Ue. Abbiamo realizzato un’opera redistributiva privilegiando alcune fasce sociali rispetto ad altre», precisa rispondendo a chi gli fa notare come, secondo l’Upb, la pressione fiscale sia aumentata di mezzo punto.

«Non guardate i saldi finali», sottolinea il premier. «Non credo che un’idea come quella che sta ispirando M5S, di rivedere il sistema di finanziamento all’editoria, sia un attentato alla libertà di informazione». Lo ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno.

Rispondendo alla domanda di un cronista di Radio Radicale, che ha subito un taglio nella convenzione, il premier ha ricordato come egli stesso, prima di assumere l’incarico, seguiva la mattina «l'articolata e dettagliata rassegna stampa» di Radio radicale. «Sì - ha convenuto - con l’intervento sull'editoria, attuiamo un contenimento che ha riguardato anche voi. E’ un sacrificio che è imposto a tutti quanti. In questa esperienza di governo c'è una sensibilità e orientamento che muove da lontano, portato avanti da M5s senza intento punitivo, per sollecitare le imprese editoriali a stare sul mercato».

«Non credo neppure - ha insistito - che un’idea come quella che sta ispirando M5s di rivedere il sistema di finanziamento sia un attentato alla libertà di informazione. C'è massimo rispetto per la libertà di informazione, che è sacrosanta, e se c'è stato qualche scambio dialettico non è un attentato a questa libertà. Siete stimolati a trovare risorse alternative, spero che per voi non arrechi grande disagio da questo contenimento. Apprezzo il vostro servizio. Con la vostra tradizione e competenza se vi ingegnate troverete una soluzione».

 

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