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Scontro all'Ars sul Bilancio, M5S e Pd: "Musumeci assente in Aula". Tutto rinviato a martedì

Tutto rinviato a martedì prossimo all'Assemblea regionale Siciliana. Dopo che ieri il disegno di legge sulle variazioni di bilancio era stato incardinato in aula, oggi era la volta della discussione generale sulla proposta di legge.

Un'aula però priva del presidente della Regione, Nello Musumeci che nel frattempo era impegnato in una conferenza stampa per fare il bilancio di un anno d'attività del suo governo. Assenza, sua e del governo, che non solo non è passata inosservata ma che ha rallentato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, i lavori d'Aula.

M5S e Pd hanno attaccato il governatore, reo di non essere presente in uno dei momenti importanti dell'attività parlamentare.

“Come Crocetta – dice il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Francesco Cappello – Musumeci diserta, insieme alla sua maggioranza, l’aula per discutere con i giornalisti,  invoca il senso di responsabilità del parlamento sulle variazioni di bilancio e poi si sottrae al dibattito d’aula sui tagli, e sulle storture della sua manovrina, che anche in questa circostanza è frutto di decisioni unilaterali e comprovano l’incapacità di questo governo, non solo di programmazione della spesa, ma anche della capacità della spesa stessa”.

Bacchettate arrivano anche dal Pd, attraverso il capogruppo all'Assemblea, Giuseppe Lupo: "Ci opporremo fermamente all’azione di un governo che smentisce se stesso, come quando dichiara, come fatto fino a ieri in commissione bilancio, di non poter ripartire le somme destinate ai Comuni che superano la soglia del 65 per cento di raccolta differenziata perché non è ancora in possesso dei dati percentuali dei singoli Comuni, mentre il presidente della Regione, che ha preferito  disertare l’Aula  riunita per  discutere un provvedimento importante, dichiara oggi in conferenza stampa che in Sicilia la differenziata nel 2017 ha raggiunto il 22,7 per cento. A distanza di un anno il governo Musumeci si conferma un governo conservatore e immobile”.

"Il governo Musumeci non è credibile perché non rispetta le leggi approvavate dall’Ars e ne chiede l’abrogazione o  il definanziamento sei mesi dopo l’approvazione", dice ancora Lupo commentando il disegno di legge di variazione di bilancio in discussione all’Ars con riferimento alla mancata ripartizione dei fondi ai Comuni che hanno raggiunto il sessantacinque per cento di raccolta differenziata, all’abrogazione dell’intervento a sostegno delle consulte giovanili ed alla sottrazione di risorse al reddito di inclusione sociale.

Promettono battaglia i due gruppi parlamentari, dunque, con Lupo che sottolinea come i tagli di Musumeci riguardino in "maniera indiscriminata i capitoli destinati al sociale, ai giovani, alla legalità, ed agli enti locali,  una manovra priva di equità che non tiene in alcun conto la richieste dei sindaci dei Comuni in dissesto e pre-dissesto di creare un fondo che consenta loro di prestare i servizi essenziali ai cittadini, definanzia il reddito di inclusione per le fasce più deboli della popolazione, taglia il fondo per i progetti individuali per i disabili, abolisce il finanziamento per le consulte giovanili,  dirotta altrove le somme, che il Governo non è stato capace di spendere, ad esempio per l’attivazione dei Tribunali di Mistretta, Nicosia e Modica,  riduce notevolmente le risorse destinate alle Ipab per il pagamento degli stipendi, taglia addirittura i fondi per i farmaci innovativi".

A rincarare la dose ci pensa il presidente della commissione antimafia Claudio Fava: "Invece di dedicarsi a presentazioni alla stampa a mezzo slides sui sedicenti risultati raggiunti in un anno di governo, il Presidente Musumeci avrebbe fatto bene stamattina ad essere presente all'Ars per discutere su un disegno di legge di assestamento di bilancio che porta la sua firma e per confrontarsi con il parlamento siciliano sui suoi presunti traguardi".

Ad attendere con ansia la votazione del ddl, che avverrà nel corso della prossima settimana, sono i dipendenti regionali, preoccupati di non percepire stipendio e tredicesima per la chiusura della cassa regionale, fissata a metà dicembre, gli ex Pip,i lavoratori degli enti Parco, dell’Esa, i Consorzi di bonifica, gli ex lavoratori dell'ente 'Fiera del Mediterraneo' e tutti i Comuni in dissesto.

La Sicilia, tra rinvii e polemiche, attende la fumata bianca che sicuramente ci sarà ma che dovrà vivere ancora di scontri dialettici in Aula.

 

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