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La Regione spinge sulla differenziata, 100 i Comuni in ritardo: rifiuti all'estero o commissariamento

Stringono i tempi per la raccolta differenziata: entro il 31 luglio tutti i Comuni siciliani dovranno dimostrare di avere raggiunto la soglia del 30% oppure dovranno inviare, a proprie spese, la spazzatura in eccesso all'estero. È la linea d'azione che la Regione sta mettendo in atto per risolvere l'emergenza rifiuti dell'Isola.

Come riportato oggi sul Giornale di Sicilia, sono 100 i Comuni della "lista nera" lontani dal traguardo del 30% di differenziata che, oltre a dovere sostenere le spese dei trasferimenti dell'immondizia all'estero, sono a rischio sanzioni. Tra questi ci sono anche Palermo, Messina Catania, Trapani e in misura minore Siracusa.

Il costo stimato per il trasporto all'estero si aggira sui 200 euro, che saranno con molta probabilità recuperati dalle amministrazioni comunali attraverso l'aumento della Tari.

Sui Comuni in ritardo con la differenziata pende anche il pericolo del commissariamento: così come previsto dalla nuova (e discussa) ordinanza di Musumeci, i sindaci dei Comuni che non correranno ai ripari (cioè chi si rifiuta di portare il surplus di immondizia all'estero) potrebbero essere rimossi dalla Regione. Il provvedimento è al momento sospeso dal Tar in attesa della sentenza prevista per il 13 agosto.

Resta ancora alto così lo scontro fra la Regione e i sindaci, in particolare quelli di Palermo e Catania - che hanno presentato richiesta di sospensiva al Tar -. L'ordinanza fissa come termine massimo il 31 luglio; mentre i primi cittadini, e l'Anci che li rappresenta, chiedono più tempo per firmare gli accordi per l'invio dell'immondizia fuori regione e contestano "l'obbligo di dovere firmare contratti con le quattro società individuate dalla Regione senza gara ma con un semplice avviso".

Le società indicate sono una ditta di Bolzano, la D'Angelo di Trapani, la Tech servizi di Floridia e la Sicula trasporti di Lentini. Alcune amministrazioni però si stanno muovendo per trovare società alternative a costi inferiori. Per questo, mercoledì - si legge sul Giornale di Sicilia di oggi -  il dirigente generale del dipartimento regionale Rifiuti Salvo Cocina invierà una nuova circolare con le linee guida.

Intanto, si apre un nuovo fronte sulla discarica palermitana di Bellolampo, dopo l'ok della Regione alla costruzione della VII vasca. Il Movimento 5 Stelle contesta la gestione di Musumeci, chiamando in causa il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, al quale hanno chiesto un'interrogazione urgente. Tra il parlamentare palermitano Adriano Varrica e Caterina Licatini, entrambi componenti della Commissione Ambiente alla Camera dei deputati.

"Tre mesi di ritardo per la prima e fino a sei mesi per la seconda vasca di Bellolampo, mentre l’emergenza rifiuti continua ad aggravarsi. Abbiamo lanciato l’allarme già qualche settimana fa scrivendo alla Regione. Oggi - affermano Adriano Varrica e Caterina Licatini, entrambi componenti della Commissione Ambiente alla Camera - siamo costretti a sollecitare nuovamente Musumeci perché chi come lui, da commissario, ha poteri straordinari conferiti dal Governo, ha anche l'onere di portare a casa i risultati, che purtroppo stentano ad arrivare".

I deputati grillini puntano il dito sui ritardi accumulati per la realizzazione della VII vasca dai 4 e ai 6 mesi - precisano - e per la VI vasca, che dovrebbe permettere di abbancare i rifiuti fino alla consegna di quella nuova."In questo caso l'iter autorizzativo - denunciano Varrica e Licatini - è bloccato tra i dipartimenti regionali. Il rischio di danno erariale è concreto e va scongiurato".

“Non c’è più tempo da perdere o a settembre ci ritroveremo con la città di Palermo paralizzata dai rifiuti e in emergenza totale", aggiungono il deputato regionale Giampiero Trizzino, e il consigliere comunale di Palermo, Antonino Randazzo.

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