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Sì della giunta alla nuova rete ospedaliera in Sicilia: tagli ai privati e meno primari

Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute

Via libera dalla Giunta regionale al riordino della Rete ospedaliera, piano presentato dall'assessore per la Salute, Ruggero Razza. Il documento sarà trasmesso adesso alla VI Commissione dell'Assemblea regionale siciliana e successivamente sarà affidato alla valutazione finale del tavolo nazionale cui partecipano i ministeri della Salute e dell'Economia.

"Abbiamo voluto ascoltare - dice il presidente della Regione Nello Musumeci - le istanze del territorio e alcune significative indicazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali. Sul piano formale si chiude il contenzioso con le Università di Messina e Catania, che avevano impugnato la
rete approvata lo scorso marzo: tutti gli Atenei siciliani, infatti, hanno sottoscritto una formale intesa con il governo della Regione".
Secondo il governatore, "il passo successivo all'approvazione della Rete ospedaliera dovrà essere la sua compiuta efficacia: quindi dovremo garantire maggiori livelli occupazionali, come già si è mostrato di voler fare con il concorso a tempo indeterminato per gli anestesisti, con la stessa attenzione mostrata verso il precariato che è già in avanzata fase di stabilizzazione".

Dimezzati i reparti delle cliniche private, i primari negli ospedali pubblici vengono ridotti da 839 a 753, mentre vengono ripristinate diverse unità operative: dal punto nascite a Termini Imerese a nuovi reparti a Corleone e Petralia. Il documento prevede la conferma di 7 strutture classificate Dea di II livello, mentre 23 vengono classificate Dea di I livello. La new entry è il presidio di Marsala, nel Trapanese, che aveva visto un investimento di oltre 40 milioni di euro per la realizzazione dell'ospedale intitolato alla memoria del giudice Paolo Borsellino. Tra i presidi di base tornano, tra gli altri, le strutture di Giarre e Barcellona Pozzo di Gotto. Il 'Muscatello' di Augusta mantiene la qualifica di presidio di zona disagiata per l'elevato rischio ambientale, pronto a ospitare un Centro di alta specializzazione per le patologie oncologiche da esposizione all'amianto. Le altre zone disagiate vengono servite da 11 presidi ospedalieri.

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