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Salvini sul censimento rom: "Non mollo". Ma è scontro con l'Ue e arrivano i paletti di Conte

Matteo Salvini

Il giorno dopo la 'bomba' sui rom, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rilancia: sul censimento "io non mollo e vado dritto!", annuncia, postando la foto di una casa abusiva abbattuta in un campo Sinti. Da Bruxelles eccepiscono: «non si può espellere un cittadino comunitario sulla base della sua etnia. È super chiaro che non è legale», fanno sapere dalla Commissione Europea. Ed anche il commissario Ue agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, bacchetta il titolare del Viminale: «il suo messaggio non è quello giusto».

Ma anche nel governo le posizioni del leader della Lega continuano a creare fibrillazioni tanto che è lo stesso premier Conte a intervenire direttamente. «Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori - dice mezzora dopo l’annuncio di Salvini che i due si erano parlati e che l’intesa al governo è «granitica» - L’obiettivo è individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini», aggiunge, spalleggiato dall’altro vice premier, Di Maio, che puntualizza: «Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro, censimenti su base razziale non si possono fare».

Dal canto suo Moscovici prova ad evitare lo scontro frontale, ma il messaggio è chiaro: «Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell'altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze. Dico che la Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti». Ed anche sul tema migranti, il commissario europeo è duro: «il messaggio di Salvini non è quello giusto. Preferire il ripiegamento su se stessi rispetto all’apertura al mondo significa voltare le spalle alla tradizione di ospitalità iscritta nei valori della nostra storia». Il ministro comunque, aggiunge, «va ascoltato: gli Stati membri non possono lasciare l'Italia da sola dinanzi alla crisi migratoria».

Da parte sua, Salvini, non fa passi indietro e, ricordando che fu la giunta di sinistra di Giuliano Pisapia a Milano a proporre nel 2012 un censimento di rom, sinti e camminanti in città, attacca: «Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è RAZZISMO. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza». In seguito 'cinguetta' a corredo di una foto: «Questa mattina a Carmagnola (Torino), dove amministra la Lega, è stata abbattuta una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato. Dalle parole ai fatti. Prima gli italiani». Posizioni che spingono Roberto Speranza (Leu) a annunciare una denuncia per istigazione all’odio razziale, mentre la Caritas parla di affermazioni «contrarie alla nostra fede».

E intanto qualche crepa nell’esecutivo si comincia ad aprire anche sul fronte migranti. Perché se Di Maio ha ribadito che sulla questione «siamo compattissimi», la sua collega di partito e ministro della Difesa, Elisabetta Trenta ha puntualizzato che il tema «va affrontato tutti insieme, da tutti i ministeri, ognuno con le proprie competenze».

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